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RICORDO DI GIOVANNI RUSSO, UNO DEI PROTAGONISTI DELLA MUSICA LEGGERA DEI NOSTRI ANNI…

SI E’ SPENTO QUALCHE GIORNO FA, E LA NOTIZIA DELLA SUA SCOMPARSA MI HA PROFONDAMENTE RATTRISTATO. AVEVO PROMESSO, ALLA NIPOTE E AI FIGLI, UN RICORDO PERSONALE… UN’INTERVISTA FATTAGLI NEL 2009 E PUBBLICATA SU TERMINAL, NELLA RUBRICA “I PROTAGONISTI”. PERCHE’ LUI ERA STATO UN PROTAGONISTA. LA STESSA INTERVISTA E’ STATA PUBBLICATA ANCHE SUL LIBRO “DALLA SENA IN POI…” 

SPERO CHE SIA GRADITO… ADDIO MAESTRO RUSSO!

Giovanni Russo, ex ferroviere (è entrato in servizio a 17 anni, giovanissimo), è noto non tanto per il suo vecchio lavoro, quanto piuttosto per la sua passione, la musica, che lo vede da sempre impegnato e mai domo. Con lui ho una lunga discussione, che conto di riprendere. Alla sua veneranda età i ricordi vengono snocciolati tutti in una volta, ma solo se ci sono gli stimoli giusti ritornano alla mente ricchi di quei particolari, a volte irrisori, ma fondamentali per chi narra.

“Da quanto suono? Da sempre! Ho iniziato giovanissimo, e suono ancora…“

Lo fermo: “Maestro, andiamo per ordine, partiamo dal dopoguerra in poi, le va bene”.

Si schermisce, euforico: “Quale maestro! Giovanni mi chiamo, chiamami Giovanni!”.

Mi fa tenerezza la sua modestia! Ma chi se la sente di dargli il “Tu”? La differenza d’età, anzitutto, ma anche il rispetto, doverosissimo, per uno di quegli anziani che arricchiscono il patrimonio demografico della nostra città, e per un protagonista della musica leggera che ha fatto tanti proseliti a Milazzo. Mi mostra una pagina di giornale, una vecchia intervista fattami negli anni 90 da Centonove, in cui si annuncia la futura realizzazione della storia dei complessini locali.

“Io questo l’ho conservato, ed ancora aspetto. Ma sbrigatevi, molti della mia generazione non ci sono più!” ammonisce.

Già, molti della sua generazione, ma anche parecchi della generazione successiva.

Inizia a parlarmi del Maestro Salvatore Salmeri: “Non ho avuto la fortuna di suonare con lui, ma il privilegio di volerlo protagonista al mio matrimonio, a Rometta, 60 anni fa, quello sì! E’ stato un talento della musica leggera, ma non era il solo: c’era anche suo fratello, non mi ricordo il nome… (Francesco, ho appurato), sono passati tanti anni. Suonavano il sax contralto ed il sax tenore. Erano due fenomeni… Io ho sempre suonato le tastiere, fin da quando avevo messo su i RITMELODY, un complesso con il quale ci esibivamo nei matrimoni ma anche nelle serate danzanti, da Messina a Sant’Agata Militello. Erano gli anni del dopoguerra, e io presentavo un repertorio d’avanguardia, poiché tenevo i contatti con mio fratello Francesco, in America, che mi mandava gli spartiti delle musiche d’oltre Oceano, mentre io gli facevo avere le nostre musiche… Le serate non si contavano! A Milazzo non c’erano ancora locali pubblici, così dovevamo attrezzarci per suonare nei capannoni agricoli. Non hai l’idea di quante persone venivano a ballare! Noi offrivamo il meglio della musica dell’epoca, un repertorio internazionale! Perez Prado, Xavier Cugat, i ballabili. Samba, beguine, mambo, ma anche il liscio: valzer, tango, fox trot, slow, quick step. Persone a non finire: Milazzo, come le altre città, aveva voglia di divertirsi dopo i momenti difficili della guerra… Dopo i magazzini agricoli (famose le serate che si facevano all’Acqueviole, da Milioti) ci siamo spostati al Moderno, alla Grotta Polifemo, alla Sala delle Rose. A questi ricordi appartengono gli anni più recenti, quelli che vedono fra i componenti i fratelli Nino, Celestino e Mimmo Picciolo, Mimmo Gitto alla batteria, sostituito in seguito dal fratello Carmelo. Ci sono stati anche Mimmo Cardile, ottimo chitarrista, e Pippo Trio, fra i pochi conoscitori della musica”.

Non conosce pause, il Maestro Giovannino Russo. Un torrente impetuoso che diventa un fiume in piena, impossibile da arrestare. Non voglio perdere una sola sillaba del suo racconto, anche se i ricordi si intrecciano, si susseguono. Sono frequenti i ritorni a quello che aveva già detto: con improvvisi flash back mi aiuta a rimettere ordine negli avvenimenti. A volte si pensa che gli anziani certi avvenimenti li raccontino decine di volte, fino all’esasperazione. Non ha dato questa impressione Giovannino Russo: per lui non sarà stato così. Anzi, è sembrato molto geloso dei suoi ricordi. E’ invece fiero di averli dovuti narrare perché forse è la volta buona, e qualcosa può essere scritto sulla storia della musica leggera a Milazzo. Qualsiasi cosa gli chieda, si esalta, senza esagerare nella narrazione. Ma è entusiasta. Rimette in ordine tanti tasselli, ringrazia. Non la vorrebbe smettere più, e la cosa mi fa tantissimo piacere, anche perché ci tengo ai suoi racconti, che d’altra parte sono la storia non scritta della nostra città, quella che non deve andare perduta.

Riprende dagli anni 60: “Sono arrivati i nuovi complessi, i Friends, i Satelliti (e snocciola i nomi: Franco Parisi, Peppe “Rasso” Cuzzupè, Ciccino Russo, Salvatore Crisafulli, Enzo Vento, Pasquale Cilona, Peppe Caravello, Corrado Iozzia, Lillo Picciolo, Mimmo Lombardo) e gli organi Hammond. Ci siamo aggiornati, con i DAWNS, le richieste erano diverse, dovevamo tenere il passo… Anche mio figlio Filippo ha suonato per diversi anni. Anche Franco Sciotto suonava la batteria, all’epoca erano ragazzini. Il papà di Franco era il maestro Nino Sciotto. Ma ci sono altri nomi che bisogna ricordare: Vincenzo Italiano, per esempio. Anche la cantante. Non era facile trovare una cantante all’epoca. Noi ne avevamo una bravissima, riusciva ad incantare gli spettatori per la sua voce. Poi è stata la volta di Carmen Andaloro, ma quella è storia recente”.

Già, storia recente. Quella che ognuno di noi pensa che sia conosciuta, ma non fa parte della cronaca quotidiana. E’ contenuta negli episodi esaltanti che il Maestro Russo ha raccontato. E’ invece rammaricato che questa città si dimentichi troppo presto dei suoi figli migliori, pensando che abbiano già dato, e non abbiano più nulla da dare.

Dal libro “Dalla SENA in poi…”, edizioni Lombardo, 2015

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