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SARANNO CAMPIONI, MA SE QUELLO E’ L’ESEMPIO…

IMPENNATALE IMPENNATE DOVREBBERO ESSERE VIETATE ANCHE IN UNA GARA VALIDA PER IL TITOLO MONDIALE. E INVECE… SI DOVREBBE FARE DI PIU’ PER PROTEGGERE I NOSTRI RAGAZZI! 

Il nostro pluricampione mondiale, il Valentino nazionale per intenderci, porta in alto i colori del Tricolore ma a nulla vale tanta capacità se insieme all’orgoglio di essere suoi connazionali, consegna ai nostri giovani un esempio fra i più deleteri. L’impennata – in verticale sulla sola ruota  posteriore – è quanto di più pericoloso possa compiersi su una moto. Certe azioni funamboliche vanno bene per il circo, ma… lì esistono per norma le reti di protezione: il duro asfalto, invece, non ha rete alcuna e restituisce non gloria ma tragica fine o – ben che vada – una sedia a rotelle A VITA.

Quello che sconcerta, e non v’è giustificazione, è il fatto che su Internet si trovano decine di siti che “istruiscono” su come fare l’impennata; che bisogna accostarsi a tale exploit con molto allenamento; come bisogna dosare l’acceleratore e come evitare il ribaltamento all’indietro. Semplicemente scandaloso al pari delle istruzioni che si trovano (per esempio) per fabbricare bombe.

Il danno ormai è fatto e solo i vari Rossi, Marquez, Lorenzo, Pedrosa e tutti gli altri potrebbero porvi rimedio poiché – anche se il codice della strada bandisce comportamenti pericolosi alla guida di veicoli in genere e dovrebbe funzionare da deterrente – mai è capitato di vedere motociclisti “rampanti” severamente puniti; né si sente di campagne nazionali contro l’impennata dilagante. Solo loro – i così detti idoli, campioni – potrebbero fare da esempio smettendo definitivamente tali pratiche e rappresentandone il pericolo e l’inutilità. Una sorta di mea culpa dovuto dopo tanto danno arrecato. Le considerazioni fin qui espresse, relative a questa “professione”, si riferiscono alle “scelte personali di questi centauri professionisti” e ad ogni fatto conseguente che rientra, tuttavia, nell’alea connessa a questo sport che trova, poi, concretezza sulle statistiche di categoria. L’emulazione del proprio idolo, invece, è tutt’altra cosa; nulla ha di spontaneo poichè è un comportamento consapevolmente indotto ed altrettanto consapevolmente attuato.

Certo nessuno è obbligato a calcare le orme di chi sbaglia; l’emulazione è una scelta, ma…l’istigazione ci sta tutta.

Quello, però, che non è condivisibile assolutissimamente è il fatto che questi campioni adottino a comportamenti censurabili – sminuendo il loro valore, la loro capacità e quanto di più bello possano avere al di fuori della moto – considerato che come eredità lasciano esempi non certamente fulgidi per i nostri giovani. Stiamo parlando di quelle che spavaldamente vengono chiamate “impennateche ebbero una loro prima volta sulle piste e che mai alcuno, fin da quel primo gesto, ebbe il coraggio di chiamare il “colpevole” di tanta leggerezza per punirlo pubblicamente, sommergendolo poi sotto il peso di una multa “indimenticabile”. Da allora non ha mai avuto fine l’impennata conclusiva proprio perché mancò quella dura presa di posizione dei giudici di gara. Il veto più assoluto e non gli applausi al funambolo, è rimasto solo l’utopia di chi scrive e di pochi altri.

Perché tanta preoccupazione ? Sappiamo come tanti giovani si esaltino al solo vedere un video o al motodromo, andando in visibilio per il proprio idolo…ma la conseguenza immediata è che poi devono imitare e si impennano per le strade delle città esponendosi ed esponendo altri a rischio. Quest’argomento mai è stato sfiorato se non dopo tragedie e sempre si ripropone perché nessuno ha legiferato in tal senso né alcuno si è presa la briga di cominciare per primo a tirare i freni.

E così le statistiche fanno testo ma solo per elencare casi e numeri che restano aride raccolte in un cassetto.

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