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SETTE ANNI FA CI LASCIAVA PADRE MODESTO

SI SPEGNEVA A MESSINA, A VILLA SALUS, DOVE ERA RICOVERATO… 

Eravamo in quarto Ginnasio, nel 1965, quando a Milazzo giunse un nuovo sacerdote ad affiancare l’Arciprete, Monsignor Cernuto. e il suo arrivo fu salutato con entusiasmo da tutta la comunità parrocchiale di allora. Si chiamava Gaetano Modesto, subito per noi padre Modesto, ed ebbe il compito di sostituire padre Trimarchi, che a sua volta aveva sostituito padre Micale, nostro insegnante di Religione alle Medie, nella classe di cartone.

Era anche lui un sacerdote giovane, e come padre Cutropia, al quale era stata assegnata la neonata parrocchia del Sacro Cuore, veniva da Barcellona. Non aveva ancora trent’anni, e fummo i primi con cui egli stesso entrò in sintonia.

Avevamo voglia di rilanciare la chiesa Madre affiancandolo nell’attività parrocchiale. Cominciammo con l’organizzazione dei primi giochi all’aperto, nel cortile adiacente alla Chiesa, per attrarre e coinvolgere altri ragazzi della nostra stessa età ed anche più piccoli, e la cosa ci riuscì perfettamente. Eravamo di casa alla chiesa Madre ed alla chiesa di San Giacomo, dove lui aveva fissato la propria residenza: per qualsiasi cosa, cercavamo padre Modesto. Volevamo dare impulso al suo gruppo religioso, farlo crescere, stare al suo fianco, nella vita quotidiana, nelle celebrazioni ecclesiastiche, persino nelle processioni. Diventammo per lui i primi amici in una città che non era la sua, ma che con il tempo lo sarebbe diventata! Non gli nascondevamo nulla, anzi cercavamo di coinvolgerlo anche nelle nostre bravate, contando sempre sulla sua assoluzione nelle confessioni!

Con padre Modesto ci siamo formati, siamo cresciuti, e per noi, per quelli della nostra generazione, è stato un riferimento, un amico sincero, un fratello maggiore. Un rapporto fraterno, maturato giorno dopo giorno, con lui che sarebbe diventato il nostro padre spirituale, il nostro confessore, e negli anni della contestazione persino un imprevisto avversario politico, poiché la sua parola ispirata al vangelo ed alla pace era vista come una strenua opposizione alla nostra ideologia. Eppure anche noi parlavamo di Dio, patria e famiglia, ma sicuramente le due dottrine non coincidevano.

Nel 1998, all’età di 62 anni, il Comune di Milazzo gli aveva conferito la Cittadinanza Onoraria: ecco la motivazione che proprio io ebbi l’onore di leggere nell’aula consiliare:

A padre Modesto fu assegnato il Premio TERMINAL nel 2012: voleva essere il riconoscimento doveroso per una figura di sacerdote che avevamo amato ed apprezzato per la sua alta opera pastorale e per l’affetto che avevamo sempre nutrito per lui. E quando, avanti negli anni, lasciata l’Arcipretura della Chiesa Madre per prendersi cura della parrocchia di Capo Milazzo, chiese il nostro aiuto per restaurare il quadro dell’Addolorata, gli consegnammo un contributo pregandolo di non fare alcuna menzione in pubblico.

Gli avevamo augurato buon compleanno il 29 febbraio del 2016! Era infatti nato proprio l’ultimo giorno di febbraio di un anno bisestile, e nonostante avesse compiuto, allora, 80 anni, scherzavamo con lui dicendogli che di anni ne aveva solo un quarto, venti! Ma lui se li sentiva tutti, quegli ottant’anni, che pesavano come un macigno: i gravi problemi di salute che l’accompagnavano facevano temere una sua partenza improvvisa. Così è stato: il primo giorno dell’estate del 2018. sette anni fa, Padre Modesto, il nostro riferimento spirituale, il nostro amico, era tornato alla casa del Padre, lasciando su questa terra i ricordi che ci legano a lui, ad un periodo indissolubile della nostra vita; ad una adolescenza fatta di spiritualità e di trasgressioni, di sinceri sentimenti e di passatempi goliardici, di preghiere e di scherzi innocenti, di pentimenti e di promesse a non sbagliare … E continueremo a ritenerlo sempre un fratello maggiore, un amico, un confessore.

 

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