STAZIONE, IN ATTESA DEI COLLEGAMENTI FANTASMA…

Milazzo, tardo pomeriggio. Passo dalla stazione per “recuperare” un amico in arrivo e trovo due ragazzi stranieri in attesa. Ora, prima di proseguire dobbiamo dare un peso al termine attendere. Da noi è filosofico (in attesa del miracolo, del lavoro, di giustizia, e potrei continuare all’infinito), per gli estranei, gli “stranieri, il termine ha un senso meno astratto, è ritagliato nel tempo e nello spazio, salvo quando planano in questa terra dimenticata dagli uomini di buona volontà. Questi poveri ragazzi pensavano, stupidamente, che una città di mare, in Sicilia ed in estate, avesse un servizio navetta o bus, che prendesse gli ospiti che ancora si fidano delle ferrovie del regno italico, per giungere da noi. Illusi! Dopo avergli spiegato in lingua madre e nella loro, francesi, che i cartelli e le indicazioni sono solo per chi ci crede, mi sono offerto di accompagnarli in città se avessero solo pazientato l’arrivo del mio amico. Abbiamo chiacchierato del più e del meno, con il loro italiano zoppicante ed il mio francese accettabile, e ho risposto, sicilianamente (per non spaventarli troppo), alle loro domande. Perché la stazione è in queste condizioni? Perché non si trova un ufficio turistico o qualcuno che indichi come arrivare in città e dove muoversi; una serie di domande che sarebbero naturali in una città che ha (avrebbe) aspirazioni turistiche e che invece tratta come rotture di palle, chiunque desideri avventurarsi su questa landa desolata. Hanno voluto offrirmi una birra, una volta giunti a Milazzo, cosa che ho gradito per la compagnia e per l’entusiasmo che i turisti (quelli giovani e pieni di sogni che girano per il mondo), riescono a trasmetterti. Dovremmo farne tesoro di questo episodio e pensare che Milazzo:
1) Deve avere una amministrazione che con capacità e coraggio prenda decisioni per valorizzarsi;
2) Che chi di dovere deve assolutamente mettere in condizione che chi arriva in città possa trovare accoglienza tutti i giorni e non solo quando Messina o chi per lei decide di mandarci una mini nave da crociera, con pochi turisti;
3) Che tutto quel mercatino e quella sporcizia fuori dalla stazione, e in giro per la città, sia levato e renda la città più appetibile visivamente e fisicamente;
4) Che i cartelli turistici siano visibili ovunque. Non è pensabile che uno intuisca i luoghi da visitare perché ci arriva per sbaglio (considerando che di vigili urbani se ne vedono pochi e sfido a sapere quanti di questi conoscono almeno una lingua straniera).
Lo so, sto, per l’ennesima volta, lasciandomi andare ai sogni. Ma per un momento, in auto con quei due ragazzi che mi parlavano della grotta di Polifemo e del castello tra i più maestosi d’Europa (i ragazzi che girano e viaggiano si informano e spesso ne sanno più dei residenti), ho pensato, solo per poco, che li stessi accompagnando in una città realmente turistica. In attesa del miracoloso inizio della nuova era turistica milazzese, saluti.
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