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STORIE DA MILAZZO. IL DOLORE DI UN FIGLIO: QUESTI SONO I COMPORTAMENTI DI UN PADRE?

Pubblichiamo lo scritto di un lettore che ha vissuto un’esperienza indimenticabile ed al tempo stesso dolorosa, che la leso la sua dignità ferendolo profondamente. Un atteggiamento incomprensibile da parte del padre che lo ha sconvolto ma ha fatto crescere la sua voglia di battersi per la giustizia, sua e di quanti si trovano nelle sue condizioni. Per ragioni ovvie non riportiamo il nome delle persone coinvolte.  

Ieri, durante una visita a Santa Marina Salina, luogo a cui sono profondamente legato per nascita e radici, ho colto l’occasione di incontrare alcune autorevoli rappresentanze locali, nel rispetto della comunità che, dopo tanti anni, mi ha nuovamente accolto. Ciò che ho vissuto, tuttavia, ha superato ogni limite di decenza, rispetto e umanità.

Mentre ero presente, una persona, OSSIA mio padre naturale, noto a tutti, ha iniziato a minacciarmi e insultarmi in modo vergognoso e ingiustificato. Sono rimasto profondamente sconvolto e umiliato pubblicamente, quindi costretto a lasciare il luogo per evitare ulteriori imbarazzi e sguardi ostili. Le istituzioni locali, presenti sul posto, sono rimaste senza parole, incapaci di intervenire efficacemente di fronte a tale vergogna.

Quando le autorità si sono allontanate, ho avuto il coraggio di avvicinarmi, dopo tanti anni, al chioschetto della piazza (dove si trova lui), chiedendo semplicemente di essere ignorato, per evitare ulteriori insulti e minacce. Ma ancora una volta ho ricevuto parole cariche di odio, auguri di gravissime malattie per me e per mia madre, oltre a insulti irripetibili rivolti al sacerdote che mi ha preso in affido e che oggi considero un vero padre.

Il padre naturale, infatti, non è nemmeno degno di essere nominato: ha lasciato che altri facessero il suo ruolo durante la sua assenza.

Adesso mi domando con profonda amarezza: dov’era quando stavo male? Dov’era quando si doveva pagare la scuola? Dov’era quando affrontavo i miei problemi? Dov’era quando rifiutavo la scuola o le cure mediche? Dov’era durante le tappe fondamentali della mia vita? Un atteggiamento che non ha nulla di umano, né di civile.

Per la vergogna e per tutelare la mia serenità, oggi ho dovuto lasciare, con le lacrime agli occhi, l’isola che mi ha visto nascere, temendo che simili episodi potessero ripetersi. Ero tornato sull’isola per incontrare un mio cugino; ma quel luogo rappresenta per me un rifugio, un porto sicuro dove ritrovare me stesso. Tutto questo è accaduto senza alcuna giustificazione valida, o comunque, se provo a cercare una giustificazione, non riesco a trovarla ma solo a ipotizzarla … 

Mi chiedo: può un uomo che ti ha abbandonato a soli tre anni, e che quando ti incontra si comporta in questo modo, essere chiamato e considerato un padre? Padre si è sempre, non a convenienza. Persone simili non possono essere considerate né padri, né esseri umani. Chi ha il coraggio di abbandonare il proprio figlio non è degno di alcun rispetto.

A seguito di questi atteggiamenti, mi vedo costretto a non tornare più sull’isola perché non mi sento protetto, e per evitare di stare nuovamente male e tutelare la mia immagine e la mia dignità.

Rivendico con forza il diritto al rispetto, alla serenità e alla dignità. La mia sofferenza è profonda, ma la mia volontà di non abbassare la testa è più forte di qualsiasi ingiustizia. Con dolore, ma con incrollabile fermezza.

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