Tutto ci si poteva aspettare, meno che un risultato così eclatante in una finale di Champions League. L’Inter, infatti, è stata travolta dal Paris Saint Germain in lungo e in largo, senza possibilità di respiro. Tuttavia, ammessa la superiorità della squadra di Luis Enrique, quello che non si capisce dell’Inter è come sia arrivata così sfatta all’appuntamento più importante della stagione.
Approccio alla gara completamente sbagliato, paure mentali inconsce che hanno giocato a favore dei parigini che, dopo aver capito la pochezza dell’avversario, hanno affondato ogni azione nella consapevolezza di arrivare a vincere una finale che ha spalancato le porte di accesso con troppa facilità.
E adesso, nell’analisi cruda di un eloquente 5 a 0 che parla da solo, non si possono trovare attenuanti di stanchezza fisica e mentale per le 58 partite effettuate quest’anno dall’Inter, ne’ ci si può rifugiare in un laconico “Sono più forti e, come tale, hanno vinto con merito”.
Tutto vero, peccato che il Psg ha effettuato altrettante partite, completando uno storico triplete comprensivo della prima Champions della sua storia.
Ed è ancor più riduttivo fare riferimento al divario anagrafico dei singoli giocatori delle due squadre. L’Inter ha giocatori più vecchi del giovane Psg, questo è vero! Ma tutto ciò non può significare tutto questo abisso di differenza tra le due squadre.
No, L’Inter è mancata sotto il profilo mentale prima che fisico. Questa è la sostanza di una sconfitta che brucia per i suoi tifosi, per la società e per la squadra stessa, che alla fine della gara è apparsa ovviamente delusa e ferita nell’amor proprio.
Dunque, l’Inter passa dal potenziale triplete stagionale allo “zero tituli “di più realistica verità. Adesso bisognerà vedere cosa accadrà in casa di questa “Pazza Inter”. Si è chiuso un ciclo? Simone Inzaghi resterà? Si procederà al naturale svecchiamento della squadra? Tutte domande lecite in un calcio in cui perdere significa innanzitutto rimetterci in denaro e, soprattutto, in immagine.
Comunque, nonostante la legittima amarezza del momento, diciamo che non tutto è da buttare via. Questa Inter di Inzaghi, in fondo, è arrivata seconda in campionato a un solo punto di distacco dal Napoli vincitore dello scudetto, ha lottato per la Coppa Italia e, al contempo, è vice campione d’Europa 2024/25.
È vero, tutto ciò significa non avere vinto nulla, ma questa è la realtà dei fatti avvenuti.
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