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UNA STORIA ALLA QUALE OGNUNO E’ LIBERO DI CREDERE

Premettiamo che la storia che vi stiamo per raccontare non si è svolta a Milazzo, ma è vera. Se volete sentirla, siete liberi di leggere… Noi la riportiamo così come ci è stata raccontata.

… Ero molto legata a mia nonna, ci confidavamo a vicenda e parlavamo di tante cose. Quando finì in ospedale per una gravissima malattia andavo spesso a trovarla, anche perché aveva bisogno di assistenza. Un giorno mi fece una domanda molto franca e diretta. 

Qui mi stanno tutti dicendo un sacco di bugie, secondo me ne ho per poco, mi dici la verità?” 

Sulle prime tergiversai ma lei incalzò 

Ascolta, se devo morire, voglio prepararmi degnamente ad andare da nostro Signore, voglio chiamare il prete, confessarmi e fare la comunione, quindi tu mi DEVI dire la verità, perché io non voglio andarmene senza averlo fatto. Non sarebbe giusto“.

Non trovai di meglio che dirle “Penso che sia il caso che tu lo faccia. Chiamo io don Alessandro.” 

Qualche giorno dopo il parroco andò da lei e nei giorni successivi era molto serena. Non visse a lungo dopo quell’episodio. 

La notte in cui morì c’era mio zio con lei. Io ero a letto e qualcosa mi svegliò improvvisamente. C’era mia nonna in piedi a poca distanza da me. “Guarda come sto bene” mi disse “Vedi, ora cammino, vado dove mi pare, faccio tutto, sto proprio bene”.

Balzai a sedere in mezzo al letto, col cuore che batteva all’impazzata, e mi guardai intorno. Lei era scomparsa. Pensai ad un sogno, uno di quei sogni molto vividi che sembrano reali e mi ributtai giù, non prima di aver dato un occhio alla sveglia: mezzanotte e 20. Ovviamente non riuscivo a riaddormentarmi. 

All’una squilla il telefono, era mio zio che ci avvisava che la nonna era morta. 

Mi esce un “A che ora?“. E lui “Mah, una mezz’ora, fa. Una quarantina di minuti… Perché, hai sentito qualcosa?” 

“Credo di sì”… 

Ho sempre pensato, dato che l’avevo aiutata ad andare in pace, che avesse voluto in qualche modo comunicarmelo.

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