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AEROPORTO, ULTIMO ASSALTO AD UNA TERRA IN AGONIA!

aeroporto-da-gazzettaUNA LETTERA, CHE PUBBLICHIAMO CON L’AUGURIO CHE SERVA A CHIARIRE QUALCHE IDEA. E PER INCORAGGIARE QUALCHE ATTACCO SCONSIDERATO ANCHE CONTRO NOI CHE DIAMO SPAZIO A TUTTI!

Gentile Redazione, mi è capitato di leggere in questi ultimi giorni, della “notizia” relativa all’aeroporto, tanto famoso, del Mela. Di imprenditori indiani pronti a beneficiare questa terra ricca di storia, con cemento e smog, ulteriore. Son rimasto sorpreso, ma non spiazzato, dai commenti entusiasti della popolazione milazzese. Milazzo ha fame di lavoro, concetto assodato, ma la cosa che mi lascia perplesso è la bassissima visuale che i milazzesi, e abitanti del circondario, hanno dello sviluppo del territorio. Per loro la terra che calpestano è come un fazzolettino di carta, da usare e gettare. Non basta che i loro genitori hanno svenduto l’anima a industrie che ci stanno “regalando”, a fronte di una scarsissima contropartita economica, malattie ed inquinamento. Non basta che i servizi a fronte di questo inesistente sviluppo che le industrie pesanti, presenti sul territorio, avevano promesso, siano praticamente nulli; non bastano gli amici ed i parenti che muoiono per “disgrazie ambientali” in netto anticipo rispetto alla media nazionale, Non basta, non basta mai. Mia madre, siciliana purosangue, diceva che i siciliani hanno l’orgoglio per le cause inutili. Si offendono per le banalità, sarebbero pronti a picchiarsi a sangue per le “minchiate”, mentre per le cose serie e pratiche, spariscono. Provate a discutere della spedizione dei Mille. Si alzano altrettante voci che parlano e raccontano di soprusi, veri, violenze gratuite, verissime, e soprattutto di furti, di identità culturale ed economica. Ma stiamo parlando di cose di 150 anni fa. Delle disgrazie attuali, lavoro che manca e conseguente migrazione dei suoi figli, sembra che ci si aspetti sempre qualcuno da fuori (esercito piemontese in versione moderna), a risolverci i problemi. Nessuna pianificazione, nessun coraggio, vero questa volta, che provi a mettere un punto rispetto all’economia morente che ci stiamo trascinando da anni e che ci sta portando a fondo, per ripartire con una nuova e seria visione. Abbiamo il paradiso terrestre fuori dalla porta di casa, eppure lo maltrattiamo perché ognuno è libero di sporcarlo e sbattersene, tanto non è problema suo. Il disprezzo effettivo che il milazzese in genere ha del suo territorio in parte fa comprendere perché son disposti a difendere a spada tratta un progetto così pericoloso e poco utile come quello dell’aeroporto. Aeroporto commerciale e logistico, ricordiamolo, che darebbe poco spazio al turismo ed anzi servirebbe a riempire ulteriormente il territorio di mezzi circolanti, la maggior parte pesanti, e ci toglierebbe quel poco di verde ed ossigeno rimasti. Per non parlare dell’impatto ambientale ulteriore. Cementificazioni selvagge che andrebbero a chiudere gli ultimi “sfoghi naturali” ai torrenti che tanti danni han creato in questi ultimi anni. Evito di elencare la lista delle conseguenze, ambientali e di salute, che ne deriverebbero. Per quanto riguarda i benefici, son così pochi e discutibili che il tornaconto non esiste. Come diceva il detto antico? Chi si fa pecora, lupo se lo mangia. Diciamo che la crisi economica e la carenza di guide realmente serie e preparate, alla lunga ci ha trasformati, anzi ha trasformato, molti siciliani in pecore. Saluti.

 P.s. attirerò sicuramente invettive e commenti pesanti, ma ci son abituato. D’altra parte il coraggio delle idee ha sempre un prezzo. Grazie dell’ospitalità.

Paolo T. 

(nella foto, un articolo pubblicato, nel 2009, su Gazzetta del Sud, in merito all’aeroporto!)

Commenti

2 commenti

  1. Paolo T condivido in pieno la tua analisi , a volte sembra che a Milazzo si butti l’intelligenza nel cesso .
    E pensare che con uno strumento come internet è persino banale capire alcuni tipi di impatto ambientale
    Tra l’altro chi è stato a Bombay, Calcutta e così via ha chiaro il rispetto degli imprenditori indiani per l’ambiente
    Santo Torre

  2. Solo per aver pubblicato il pezzo, mi son trovato assalito dall’ennesima “poveretta” che della rete ha fatto il suo mondo dorato. Trovo pietoso che ci siano persone che abbiano i paraocchi e che vedono ogni luce che gli appare come il faro salvavita. Non fermarsi al primo pensiero sarebbe cosa buona e giusta. Questo progetto andrebbe studiato a fondo, senza farsi prendere dagli entusiasmi, per capire che mettere dei tasselli su un territorio “sofferente” dal punto di vista ambientale, non risolve il problema del lavoro. L’era degli schiavi sarebbe finita da tempo, ma le catene dal cervello non si possono sciogliere, se non ne hai la capacità. Nessuno che si fermi a domandarsi quegli ettari di terreno dove li prendo? Quei milioni di metri cubi di cemento e asfalto cosa coprono e soprattutto, come si collega quel fantomatico aeroporto, se non con altro cemento e altro acciaio. Quanti soldi in liquidità, il “magnate” indiano, possiede realmente? Non era lo stesso che voleva acquistare la Windjet e sparì? Se vuole valorizzare i prodotti agroalimentari della zona, perché coprire con cemento a tonnellate, la piana che dovrebbe fornire gli stessi prodotti? Quante domande ci sono, anzi sarebbero da fare, per dare un senso sminuente a questa “notiziona”, che dovrebbe risollevare le sorti dell’economia locale e non. Mi spiace che in zona esistano persone che credano ancora alle favole. Immaginarsi un aeroporto a stretto contatto di una raffineria ed altre industrie, come quelle che abbiamo in zona, è veramente ridicolo. Per coloro che sognano questi approcci economici intrusivi e non sviluppano il cervello che aiuterebbe a dare una svolta economica a questa terra martoriata, provo profondo dispiacere. Saluti

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