DOPO IL BAR ROMAGNOLO, LA GROTTA POLIFEMO, IL CIRCOLO DIANA, ECCO UN ALTRO RICORDO DI TANTI ANNI FA? ERANO ANNI CHE MOLTI DI NOI HANNO AVUTO LA FORTUNA DI VIVERE E RICORDARE, MA CHE TANTI ALTRI NON CONOSCONO NEMMENO, MA SI DIVERTIRANNO RILEGGENDO COSA ACCADEVA ALLORA. COME SE ANCHE LORO AVESSERO VISSUTO QUEGLI ANNI…
I più giovani hanno solo ricordi vaghi della Silvanetta. Per loro la Silvanetta è l’Hotel nato nei primi anni 70 che ancora si erge maestoso nella curva che, immettendo a Milazzo per chi viene da Parco e dalla SS 113, ne permette di ammirare la struttura e le forme tondeggianti. Probabilmente non lo hanno mai visitato, ma non possiamo dare a loro la colpa! Se invece chiediamo a quelli che appartengono alla nostra generazione, o a qualcuno che ha visto nascere il Camping, frutto dell’intuito e dell’intelligenza del cav. Filippino Muscianisi, avremo risposte più precise, e magari anche episodi narrati con dovizia di particolari. Come quello che sto per raccontarvi.
Eravamo nella seconda metà degli anni 60, anni in cui per sopravvivere i giovani si attivavano in tutti i modi leciti per sopperire ad ataviche carenze di denaro, non potendo sempre chiedere al papà o saccheggiare il borsellino di mamma… Cinquanta, venti, persino dieci lire, una colletta pomeridiana fatta sul Lungomare o in via Medici, per poter mettere la miscela nel motorino di Nino Milioti di Parco, andare a Capo Milazzo per mangiare la pizza con bibita (il costo era 400 lire, e l’unica scelta possibile era fra margherita e capricciosa, più birra o coca cola). E, una volta tornati dal Capo, si faceva tappa alla Silvanetta. Suonava un complessino di Messina, i GIANTS, che poi divennero GENS, ma non tutti sapevano che l’ingresso era gratuito, per cui i tavoli si riempivano di … maschi che venivano dal mare, come i clandestini a Lampedusa. Rispetto a questi ultimi, erano vestiti eleganti. Seduti ai tavoli, si ascoltava per ore musica, e ogni tanto si invitava qualche “rara” ragazza. Però si doveva obbligatoriamente consumare. Non la ragazza, ma Chinotto. Limonata, Aranciata (rigorosamente TRINACRIA), o Birra (naturalmente MESSINA). Il costo minimo per ogni bevanda era 600 lire, una cifra all’epoca, se si pensa che con molto meno si andava a mangiare la pizza e si metteva la miscela. La speranza era quella di trovare qualche femmina, per quelli ancora alla ricerca, per cui il gioco valeva la candela.
Premesso questo, ecco cosa avvenne una di quelle sere: tre nostri amici pensarono che non era possibile spendere, ogni sera, 600 lire, per cui decisero di portare tre bibite da casa, accuratamente nascoste.
“E s’u cambarèri sind’accoggi?” chiese uno dei tre.
“Allùra chi! Facèmu ’a figura di strunzi!!!” aggiunse il secondo.
“Ma quandu mai! – rassicurò il terzo – Puttàmu i stissi bìbbiti chi vìndunu iddi… Comu si ’nd’accòggiunu? Stasìra rispammiàmu, e ’o cambareri u pigghiamu p’u culu!”
Entrarono, si sedettero, uscirono le bibite, le misero sul tavolo, e guardandosi attorno cercarono qualche sparuta donna per tentare il colpo… Ma purtroppo per loro il cameriere notò che qualcosa non andava:
“Chisti mi vonnu fùttiri – pensò fra sé e sé – ma ora vi ddubbu iò!”.
Passando dai tavoli, li salutò con un largo sorriso e procedette oltre. Questa mossa li convinse di averlo preso per il culo.
“Cumpàri, chi bbi dissi?U futtemmu!”, gongolò l’ideatore del piano. Non ebbe il tempo di congratularsi con se stesso che il cameriere, tornando, si scusò:
“Figghiuleddi, m’avìa scuddàtu ’na cosa: si ssi ’nd’accuggìa ’u cavaleri Filippinu… a mmari èrumu!”, e metteva sul tavolino uno scontrino, importo 1800 lire.
I tre, guardandosi in faccia, non osarono replicare. Come avrebbero potuto confessare che le bibite le avevano portate da casa? Che figura avrebbero fatto? Ma soprattutto, come si sarebbero potuti ripresentare le sere successive, nell’unico locale di Milazzo in cui si ballava e, se era il caso, fare conquiste? Frugarono nelle tasche, rimediarono le 1800 lire, pagarono il conto. Ormai la serata era compromessa. Le femmine per ballare? Anche la voglia era venuta meno. Le sere successive rimasero a casa a meditare e a digerire le tre bibite, 600 cadauna, totale 1800 lire! Una digestione alquanto lunga!
Chi ancora oggi rivive l’accaduto, essendo stato testimone dell’episodio, si piscia addosso per le risate.
Ma non è vero che non c’erano ragazze! ce ne erano ed anche di bellissime, il camping pullulava letteralmente di belle turiste, quasi tutte straniere, in particolare tedesche, i turisti mi lanciavano le monetine da 10 lire dentro la piscina, nella parte fonda, circa 4,5 metri ed io e mio fratello , piccolissimi le andavamo a recuperare
e poi c’era la mia mamma! Claretta, sorella di Melina, la prima seduta sulla sinistra, accanto a lei , credo la sig.ra Gela , della farmacia castelli, dietro mia cugina Silvana, con una sua amica,ricordo ancora quando mio zio fece venire Nino Ferrer e le gemelle Kesler, ero piccolo, ma io c’ero!
Ma non ce n’erano per i giovani squattrinati e spasolati che cercavano l’avventura! Se hai letto la prima parte del nostro percorso dedicato ai ricordi e con particolare riferimento agli “scannatori”, ti rendi conto che la nostra città era ancora un paesino di provincia… E la ritirata suonava abbastanza presto, la sera! Grazie per la precisazione e la puntualizzazione, Marco!