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CI LASCIA IL NOSTRO PAOLO PAPPALARDO

ARRIVA NEL POMERIGGIO DI SABATO 10 GIUGNO, E CI LASCIA SGOMENTI, LA NOTIZIA che Paolo PAPPALARDO non c’è più. Molti dei giovani di oggi non lo conoscono, ma noi che apparteniamo ad un’altra generazione lo abbiamo avuto come compagno di scuola, Maestro, ispiratore della Goliardia, amico vero e leale. Lo aspetteremo invano quest’anno, in estate. Ecco come vogliamo ricordarlo…(dall libro NON AVEVAMO L’ETA’, Lombardo editore).

– Anche Milazzo aveva una sua Festa della Matricola, e annualmente l’ospite d’onore era un milazzese che all’epoca studiava a Bologna, dove era Gran Maestro, ossia l’equivalente del Grifo di Messina ma indubbiamente un riconoscimento che lo poneva al di sopra della gerarchia goliardica fra tutte le università d’Italia. Si trattava di Paolo Pappalardo, ex alunno del Liceo che era molto riverito non solo come ospite eccezionale, ma per il prestigio che lo circondava. 

PAOLO PAPPALARDO dal libro BIMBE BELLE, di Domenico Maria Sciortino

…Una spanna su tutti, a mio modesto giudizio, va posto Paolo Pappalardo, che raggiunse l’alta carica di Magnus Magister del Sacer VenerabisQue Fictonis Ordo, delle cui gesta ancora si racconta nelle lunghe serate d’inverno, attorno ai caminetti, resi vivi dal legno scoppiettante. 

…“Emise i primi vagiti nell’isola del sole, dell’amore e della gente di rispetto. Appena in fasce, nella Piazza Caio Duilio di Milazzo dedicata al noto Console che l’anno 23 a.C. nelle acque di Milae sconfisse i Cartaginesi, i Nobili, le coppole storte ed il popolo lo osannarono come il novello Messia. Dopo la Maturità Classica, per un intero anno pagò le tasse presso la Facoltà di Ingegneria di Messina, rendendo così omaggio allo storico Ordine Goliardico della Zammara. 

Pervaso da irrequieti stimoli intesi alla ricerca dell’optimus, pensò di lasciare solo fisicamente la terra natia, alla ricerca di una sede universitaria in cui la cultura mitteleuropea potesse maggiormente formarlo. Le sedi di Heidelberg, Parigi e Bologna rappresentarono per qualche tempo un grosso dilemma da sciogliere. Prevalse alfine la sede di Bologna, la più antica Università di Europa riconosciuta ufficialmente da Federico Barbarossa nell’anno 1158.

Il fascino delle Corporazioni Goliardiche lo avvinse tanto da entrare a far parte delle Tre Palle Meridionali conquistando in breve tempo dapprima il titolo di Sultano, e successivamente la carico di Califfo, per preclari meriti Goliardici.

Tra le gesta compiute gli storici ricordano che ebbe a recarsi, vestito da vescovo, accompagnato con automobile di rappresentanza, da un assistente in abito talare nella persona di Gianleo oggi Principe del Foro, al famoso ritrovo denominato Bar Zanarini durante l’ora dell’aperitivo dove conversò ieraticamente a lungo con le signore della “società bene” sul sano e religioso dovere di riapertura delle case di tolleranza, secondo l’enciclica “Liberi casini in libero Stato”.

L’impresa più simpatica, poi rivista nel film “Amici miei”, fu quella del 20 dicembre 1964, allorquando intorno all’una di notte, unitamente ai Goliardi Giuseppe oggi professore universitario, Beppe noto ingegnere civile, Enrico preclaro cerusico e G.P. oggi ufficiale dei Carabinieri, mentre sul primo binario sostava il treno diretto da Milano verso il Sud ed ai finestrini gli assonnati viaggiatori si affacciavano in cerca di qualche bibita, al primo scossone del treno, questi ricevettero in sequenza a filotto simpatici schiaffetti di addio con saltello e ricaduta a piedi uniti.

Paulus amò ed educò le matricole affinché capissero durante lo svolgimento del processo Goliardico che da quel momento entravano a far parte di un mondo di eletti, i cui dogmi erano il sapere e l’amore per la vita. A soli cinque bolli raggiunse la carica di Gran Maestro dell’Ordine del Fittone, primus inter pares tra i Principi della Goliardia Italiana. Sicuro del suo impegno e delle sue responsabilità Goliardiche inviò due messaggi che rimangono pietre miliari nella stori della Goliardia italiana.

Il primo era rivolto alla città di Bologna che considerò sempre la sua Patria culturale … Il secondo messaggio fu inviato telegraficamente all’allora Presidente della Repubblica Onorevole Giuseppe Saragat, e così recitava: “ComunicoTi mia nomina Massima Carica Università di Bologna. ConferiscoTi onorificenza “Cavaliere della Giarrettiera”. AdMajora
PaulusMilensisBorbonicus

Paulus amava cenare al Sampieri col Magnifico Rettore ed il Prefetto, e fu ospite a cena presso qualche villa patrizia sui colli bolognesi per l’iniziazione alla vita universitaria di qualche prosperosa diciottenne. 

La biografia si conclude con la laudatio funebris di cui Bologna venne tappezzata e redatta da Giovanni, Ino e Lele. 

“Venerdì 8 dicembre dell’anno di grazia 1966 ai nostri Goliardici cuori, già provati da recenti luttuosi avvenimenti, è venuto a mancare anche il conforto della speranza, per l’improvvisa ed immatura dipartita di Paolo Pappalardo, Magnus Magister S.V.Q.F.O. 

I suoi picciotti, che sempre ricorderanno le sue gesta Goliardiche, e che riuscirono a liberarlo dalle catene dei Perugini, che hanno sempre ammirato la sua solerzia nel fare innamorare tutte le Eve del mondo, e che sempre vivranno nel ricordo dei suoi chilometrici commoventi, sensibili, intramontabili e patetici discorsi, da oggi avranno un motivo in più per portare la coppola nera. 

Non fiori, ma salve di lupara”.

Tutto qui, amici… Questo era PAOLO. Così ci è piaciuto ricordarlo… Così ci piacerà immaginarlo…

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