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CIAO, PAOLO FILORAMO, ecco il ricordo che ti piaceva raccontare!

CI SIAMO SVEGLIATI CON UNA TRISTISSIMA NOTIZIA: PAOLO FILORAMO CI HA LASCIATI. Un dolore immenso, una partenza che ci amareggia e ci addolora, un altro amico che non c’è più…

Quando devi scrivere qualcosa per ricordarlo – perchè è giusto ricordarlo, lui avrebbe voluto – non sai da dove cominciare: ma una volta che trovi le parole, ti accorgi che sono le più belle che avresti potuto dedicare all’amico che va via, alla persona cara che ci lascia.

Con Paolo Filoramo sarà diverso: era diventato un protagonista di un libro, fra i tanti che lui vendeva, in un ricordo che egli stesso amava tanto raccontare, principalmente per sorridere, compiacersi con se stesso, continuare a prendermi in giro… anche se da quel giorno erano passati più di cinquant’anni! Ed ogni volta che lo raccontava, era come se fosse la prima volta… al punto che decisi di metterlo su uno dei miei libri, NON AVEVAMO L’ETA’, strappandogli per l’ennesima volta una delle sue risate! Il titolo del capitolo era PAOLO FILORAMO LANCIA LA SFIDA e parla dei suoi trascorsi sportivi:

” Paolo Filoramo, che oltre all’atletica praticava anche il calcio, giocando nella Virtus, nella Nino Romano, era un discobolo ed otteneva apprezzabili risultati. Fu protagonista, un pomeriggio d’estate, di una singolare sfida con me al campo sportivo, nella marcia. Era la specialità che avevo scelto da un paio di mesi, e mi allenavo proprio al campo sportivo, assieme agli altri atleti della Romano, oltre che con altre squadre che praticavano il calcio, effettuavo gli allenamenti, quando non mi portavo sulle strade sterrate dell’epoca, ma non oltre il Tono… Tre giri del campo, lungo le linee che delimitavano i bordi, erano pari a mille metri; questa fu la distanza cha Paolo volle che disputassimo, convinto che mi avrebbe battuto!

Ma perché Paolo lanciò quella sfida?

Era stanco dei miei continui sfottò ad alta voce sulle sue capacità di discobolo. Cosa normale per il mio carattere fin da allora goliardico ed allegro, non riuscivo a concentrarmi come avrei dovuto e come la disciplina imponeva. Certo, curavo la tecnica, l’ampiezza del passo, l’appoggio tacco – punta, il bloccaggio del ginocchio, ma una volta acquisito il ritmo, non potevo fare a meno di guardarmi intorno, per far passare il tempo, farmi compagnia e … distrarmi. Una distrazione accompagnata da frequenti battute, anche ad alta voce, che irritavano e indispettivano gli altri.

Non veniva risparmiato nessuno: chi curava il passaggio degli ostacoli, chi la partenza dai blocchi, chi la rimessa laterale (segno di promiscuità fra chi praticava atletica e chi invece giocava a calcio), chi si cimentava in allunghi; chi, soprattutto, nel lancio del disco, come Paolo Filoramo, in una pedana inesistente, scagliava l’attrezzo facendo comunque attenzione a non colpire altri atleti che all’interno dello stadio si allenavano!

Raccolsi la sfida, sicuro di dargli almeno un quarto di campo. La novità entusiasmò i presenti, che riponevano in Paolo la speranza che una sua vittoria avrebbe vendicato anche loro delle mie continue goliardate! Quindi si concessero dieci minuti di pausa, per tifare a squarciagola per lo sfidante e, contemporaneamente, esibirsi in rumorosi sfottò nei miei confronti.

Al via, Paolo si mise in testa, marciando rigorosamente accanto alla linea di gesso che segnava il campo; lo lasciai libero di tirare, ma non avevo tenuto in conto che la sua altezza e le sue lunghe leve mi impedivano, man mano che andavamo avanti nella distanza stabilità, non solo di superarlo, ma addirittura di affiancarlo: rimasi sempre incollato ai suoi talloni, e non mi riuscì nemmeno di sprintare sul rettilineo finale, e in vista dell’arrivo, per bruciarlo! Proprio come accadeva per i veicoli che, in quegli anni, erano costretti a procedere sulla SS 113 dietro un autocarro, e non riuscire ad effettuare il sorpasso liberatorio, Paolo era rimasto sempre in testa e giunse al traguardo prima di me. Insomma, anche se di pochissimo, aveva vinto lui!

Purtroppo non avevo attenuanti: e non potevo far nulla per contenere gli sfottò degli altri amici, che avevano vissuto in diretta un duello entusiasmante e la vittoria di Paolo li aveva finalmente appagati. Fra l’altro, non avrei potuto chiedere allo stesso Paolo un’eventuale rivincita nella sua specialità… Per quel giorno (ma solo quel giorno…) mi era passata la voglia di scherzare e di rompere le scatole. A lui e agli altri!…

Ecco… Paolo rileggendolo avrebbe riso per l’ennesima volta, ed avrebbe rigirato il coltello nella piaga. Avrebbe raccontato altri episodi, altri aneddoti, come se il tempo non dovesse passare. Gli piaceva vivere fra gli amici, con gli amici, partecipare alle discussioni, trasmetterci le sue emozioni ed il suo sapere. Rievocare gli anni della scuola, dello sport, della vita politica milazzese. Testimone assolutamente attendibile del nostro tempo, miniera di informazioni, di novità, custode discreto di tanti pettegolezzi che passavano dalla sua libreria e prima ancora dall’edicola di papà. Era un grande, Paolo. Ci ha lasciati purtroppo, e tutti, stamattina, ci siamo accorti che Milazzo è più vuota… Ho voluto salutarlo con un ricordo, senza mettere da parte il dolore, le lacrime per l’amico che ci lascia. Ho voluto ancora una volta sorridere con lui, pensare che in quella sfida nel vecchio Grotta Polifemo lui abbia voluto forzare il ritmo per non lasciarsi raggiungere, tagliare per primo il traguardo, raccogliere gli applausi, voltarsi indietro, irridermi e dimostrare che era più forte… Lo raggiungeremo, sappiamo che lo raggiungeremo… Ciao Paolo. Un abbraccio fraterno e sincero.

IN QUESTO MOMENTO DI DOLORE SIAMO VICINI ALLA FAMIGLIA DI PAOLO, ALLA MOGLIE, AI FIGLI, A TUTTI I CONGIUNTI.

L’ULTIMO SALUTO A PAOLO SARA’ DATO NELLA GIORNATA DI DOMANI, SABATO 2 APRILE, ALLE ORE 16, NELLA CHIESA DELLA TRASFIGURAZIONE DI CIANTRO.

 

Commenti

1 Commento

  1. Diego La Scala

    Paolo…un amico….un sereno ricordo di un uomo veramente indimenticabile……..ho un brivido he corre sulle mie spalle leggendo l tristissima notizia inaspettata. Invio un virtuale abbraccio dalla mia lontana residenza in California.

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