Home / Comunicati / “DISASTRO AMBIENTALE A MILAZZO”

“DISASTRO AMBIENTALE A MILAZZO”

giglioneUN COMUNICATO STAMPA DEL NUOVO PARTITO SOCIALISTA DELLA VALLE DEL MELA, INVIATO DALLA COORDINATRICE SILVANA GIGLIONE

Dopo anni di silenzi sul fronte giudiziario finalmente la Magistratura inizia ad intervenire! Disastro Ambientale a Milazzo è il titolo che mi sento di dare a questo comunicato dopo avere letto sui quotidiani l’inizio del processo da parte del Tribunale di Barcellona nei confronti della Raffineria Eni per avere sversato nel nostro mare di levante il 22 novembre del 2011 circa 61.480 mc di materiale di derivazione petrolifera. Una catastrofe ecologica che si ripercuoterà negli anni a seguire nell’ambiente marino con danni incalcolabili per gli operatori economici del nostro territorio. Intervengo come responsabile del Nuovo Partito Socialista della Valle del Mela perchè adesso la questione è prettamente politica. Infatti vorremmo capire come, a fronte di questo procedimento penale, intenda muoversi il comune di Milazzo e se il sindaco Giovanni Formica ha messo in campo atti consequenziali per fare in modo che l’ente si costituisca parte civile in questo procedimento che è stato rinviato al 23 settembre 2016. La Costituzione di parte civile da parte del comune di Milazzo adesso è un atto “Politico” dovuto nei confronti dei cittadini, del nostro territorio e di tutti gli operatori economici che hanno e che stanno subendo danni alle proprie attività imprenditoriali. Nel restare in attesa della conclusione indagini degli altri procedimenti in corso per amianto e per inquinamento dell’aria, delle falde e dei suoli, adesso è arrivato un momento straordinario per tutti coloro che sostengono di essere ambientalisti: di dimostrarlo con i fatti! Ci rivolgiamo alle altre forze politiche, ai Comitati del No all’Inceneritore e alle associazioni al fine di chiedere LE BONIFICHE DEL NOSTRO SITO DI INTERESSE NAZIONALE, facendo sì che con l’intervento della Magistratura finalmente si possa applicare il principio Europeo del “Chi Inquina deve Pagare“.

Silvana Giglione – Coordinatrice Nuovo PSI Valle del Mela.

Commenti

2 commenti

  1. Se fosse vero quanto si dice, perché tutti i giorni la gente fa la fila a Vaccarella creando ingorghi nel traffico, con il solo scopo di acquistare pesce fresco e soprattutto locale? Perché le autorità sanitarie non hanno mai bloccato questo “mercato” del pesce, sapendo che viene somministrata merce scadente e per di più inquinata da prodotti petroliferi? Perchè le stesse autorità non provvedono a bloccare l’accesso alle spiagge ed alla balneazione se questi inquinanti costituiscono pericolo serio per i cittadini? Non saranno per caso i soliti ambientalisti che strumentalmente attaccano sempre le industrie, pur sapendo che gli sversamenti non sono ascrivibili alle stesse,bensì alle piene torrentizie che hanno trascinato a mare tutto lo scempio che negli anni è stato riversato in boscaglie ed alvei fluviali scambiati per discariche a cielo aperto, dove chiunque ha riversato ogni “ben di Dio”?E soprattutto: conoscono la mole di quei 61.480 metri cubi, che se veramente si trovassero in mare, manco l’acqua vedremmo più? Come li hanno misurati, li hanno davvero misurati o gettano al solito del fango su tutto, sapendo che quanto affermano potrebbe addirittura essere calunnioso e più inquinante della melma che dicono di vedere?

    • Egregio cittadino, lei pone delle domande onestamente….come dire senza offenderla?, ipocrite. Perché i milazzesi vanno a Vaccarella a intasare le strade, parcheggiando in doppia fila, ecc.ecc? Per abitudine e perché esiste la convinzione che il pesce di Vaccarella sia almeno dei nostri mari (non come quello che gira per le pescherie milazzesi). Il fatto che sia inquinato o pieno di eventuali scorie da idrocarburi, è altro discorso. Ha visto qualcuno dell’ASL girare a Vaccarella e fare prelievi o analisi? Sa di qualche passo in questo senso? Purtroppo la nostra legislazione è talmente intricata che puoi avere i banchi in ordine, rispettare le regole igieniche, ma gli uffici preposti (sanitari intendo) se non ci sono segnalazioni o eventuali indicazioni d’ufficio, non si vedono. Quindi pensare che la salubrità delle acque sia basato sulla vendita del pesce, sarebbe come credere ai miracoli, perché si vendono i santini o i rosari. Secondo lei un comune che è responsabile di un depuratore che tecnicamente non depura e scarica in mare, potrebbe mai pensare di allarmare la popolazione, vietandone la balneazione? Io mi farei due domande sulle sue certezze, e le girerei la patata bollente chiedendole: ha mai fatto analizzare il pesce di Vaccarella? Ha mai pensato di far analizzare l’acqua che il depuratore (sottodimensionato e tecnicamente non efficiente), scarica a mare? Ha mai fatto analizzare l’aria che respiriamo nella zona industriale? Mi sembra facile attaccare chi denuncia determinate cose, basandosi su “tradizioni” o prassi. Piuttosto che pensare che ci sia una base di verità, si pensa di agganciarsi ad abitudini cittadine, dandole come base di sicurezza. Purtroppo quando girano soldi in quantità, si preferisce pensare che sia tutto in ordine, tutto a posto, ma non è cosi. Si domandi piuttosto come mai la raccolta differenziata non è stata ancora pianificata ed attuata, malgrado obblighi di legge, e si pensi ad inserire in un contesto altamente inquinato un inceneritore. Una zona ormai ecologicamente compromessa, è più facile distruggerla, anziché inquinare zone meno compromesse. E tutti quelli che si battono per l’inceneritore, o sono ignoranti (nel senso che ignorano) o sono complici. In ogni caso, colpevoli. Come vede, il gioco dello scaricabarile è semplice ed immediato. Saluti

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: