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… E SE FINISSE L’AMORE?

cuori-infrantiCONSIDERAZIONI A MARGINE DELLA DICHIARAZIONE AMOROSA TROVATA SCRITTA SU UN SEDILE, NELLA NOSTRA CITTA’. MA ANALOGA FRASE LA SI POTREBBE TROVARE OVUNQUE, QUANDO NON VENGONO RISPETTATE LE REGOLE ALLA BASE DEL VIVERE CIVILE…

Purtroppo il cretino (di solito è il maschietto, o presunto tale, che si propone di immortalare ad imperitura memoria la “prova” tangibile di un amore); probabilmente in qualche panchina in giro per la città troveremo “Dany è una zoccola”, segno che l’amore eterno e festeggiato, ha fatto la fine di molte storie amorose di questi tempi. Sull’imbrattare le panchine invece, qualche parola sarebbe interessante leggerla da parte delle autorità competenti. A chi tocca pulire questi ricordi di amori fuggevoli? In via San Giovanni, al piano terra del palazzo della Sicilcassa, fra qualche giorno aprirà un nuovo locale; ebbene, il proprietario ha provveduto, a spese sue, a restituire decoro alla facciata di marmo, per decine di metri, ripulendola degli scarabocchi fatti con bombolette di colori diversi, e da “artisti” diversi. E presumo che diventerà difficile per i deficienti di turno tornare ad imbrattarlo, poichè sono state piazzate delle telecamere di sorveglianza. Tornando al sedile, mi rendo conto che sia una spesa ma, ritengo, lasciar che delle sedute pubbliche vengano abbandonate in questo modo sia un invito a finirle definitivamente, rompendole. Mi spiace che si ritorni sempre sullo stesso argomento, ma non abbiamo via di scampo.

Una cittadinanza quando ha una scarsa educazione civica ed un bassissimo amore per la sua terra (non quello dei poeti, quello degli scrittori che sognano tramonti e profumi passati), merita solo di venire irregimentata obbligatoriamente. E qui devono intervenire vigili, che non ci sono, polizia e carabinieri (che avranno anche le loro difficoltà, ma che vedo veramente poco in giro), insomma le forze dell’ordine (almeno una volta si chiamavano così). Qualcuno, nei giorni scorsi mi ha fatto notare che sono troppo critico nei confronti dell’amministrazione e che dovrei dare fiducia al tempo; il tempo è un gran medico, mi è stato detto. Ho semplicemente risposto che il tempo serve solo a dimenticare e peggiorare le cose malate, se non si interviene.

Milazzo è poco vigilata e i coglioni a piede libero si sentono padroni del mondo.

Probabilmente Dany ed il suo amato grafomane, si sono sposati nel frattempo, ed il padre dei loro figli (il grafomane incivile), sicuramente per evitare che i figli commettano gli errori dei loro padri (si chiama evoluzione…), avranno autorizzato la prole ad imbrattare con bombolette i divani ed i mobili di casa. Lo so, è solo un sogno; ma ogni tanto serve per per recuperare un po di fiducia in questa congrega di maleducati ed incivili che ci camminano accanto ogni giorno.

Ultima nota, polemica naturalmente. Ho visitato una decina di giorni fa una cittadina in provincia di Ferrara. Il centro storico era invaso dalle biciclette e le macchine erano tutte bollate per zone residenziali. I semafori funzionavano, non si vedeva un venditore ambulante che fosse mezzo agli angoli delle strade, nessun cassonetto della spazzatura stracolmo di frutta in fermentazione o cassette di legna accatastate, insomma una boccata d’aria e di speranza. Fuori dalla città esiste un mondo che con poche regole, ma rispettate, ha la capacità di vivere civilmente.

P.s. Ho chiesto, per la solita mia curiosità, come facessero a rispettare tutte le regole senza sgarrare. Per assurdo (e nemmeno tanto), la persona fermata era un messinese trasferitosi per lavoro. Entusiasta del posto e della organizzazione cittadina. Tutti rispettosi e contenti di contribuire al benessere che poi è di tutti. Mi ha detto che i siciliani e calabresi sono numerosi e che, probabilmente, cambiare aria gli ha fatto non bene, benissimo. Messina è la mia terra, ha detto, ma non tornerei a vivere nemmeno per sogno. Noi siciliani amiamo riempirci la bocca di futuro (farò……), ma il presente ce lo siamo bruciato tutto per colpa delle nostre abitudini.

Credo che sia una foto emblematica, da aggiungere alla panchina rovinata dal solito cretino di passaggio.

Paolo

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