L’ARTEFICE DEL PRESEPE DEL BORGO, IN VISIONE TUTTO L’ANNO, COMPIE UN GESTO STRAORDINARIO…
Pippo Napoli abita al Borgo. Lo conoscono tutti, a Milazzo. E tutti conoscono la sua passione per il calcio, che risale a tempi ormai lontani, il suo amore per l’arte, il suo talento che ha espresso in diversi campi. Pippo non lavora da anni, per raggiunti limiti d’età, e fa il marito, il padre ed il nonno a tempo pieno. La sua giornata non conosce pause, e il tempo, anzichè dividerlo, lo moltiplica perchè non vuole far mancare nulla a chi ha bisogno di lui. Al Borgo, accanto alla vecchia chiesa di San Gaetano, ha il suo laboratorio, nel quale ha allestito un presepe, visitabile tutto l’anno. Un immenso paesaggio che permette al visitatore di percorrere le fasi che hanno preceduto la nascita di Gesù fino all’arrivo dei Magi. Ha riprodotto fedelmente, documentandosi con pazienza, per non lasciare nulla al caso, i personaggi che animano le scene che si susseguono: dai soldati romani che a Nazareth annunciano il censimento, ai pastori che si recano alla capanna; dalle donne che lavano i panni, ai bambini che animano le strade del villaggio. Il viaggio di Giuseppe e Maria, l’arrivo a Betlemme, la vita caotica della piccola città, i mercanti, il rifugio per passare la notte. Uno scenario che attrae i visitatori, mentre su uno schermo sono proiettate le stesse immagini, e una voce le accompagna. E’ la voce di Matteo, suo figlio, attore di teatro, conduttore a Radio Mediterraneo nei primi anni 90, interprete indimenticato del ruolo di Gesù in rappresentazioni teatrali a carattere religioso, come l’Ultima Cena e la Via Crucis. Di Matteo ricordo anche una drammatica interpretazione del Cristo crocifisso, quando a completare la scenografia giunse inattesa una pioggia mista a grandine che si abbattè su tutti coloro che partecipavano alla rappresentazione, attori, figuranti e pubblico, costringendo l’allora giovane interprete di Gesù a continuare nella parte senza alcuna possibilità di interrompere la recitazione. Solo alla fine, mentre tutti cercavano riparo, potè intervenire il padre, e mentre gli altri lo aiutavano a scendere dalla croce, lo coprì con quel che aveva a portata di mano, asciugandolo e abbracciandolo. Mentre chi viveva la singolare scena non sapeva se quelle che rigavano il volto erano lacrime o solo la pioggia…
Matteo forse allora non si accorse del gesto di papà, preso com’era dalla parte che lo aveva coinvolto; e probabilmente non lo ringraziò nemmeno. Lo sta facendo adesso, per un gesto che solo un padre può fare. Pippo ha ridato la vita a Matteo, donandogli un rene. Accanto a lui ha vissuto i momenti più drammatici della sua vita, pregando Iddio con fede e affrontando i viaggi della speranza verso Pisa, in attesa di una risposta. Quattro lunghi anni, dal 2007 al 2011, vivendo le stesse emozioni, condividendo le stesse sofferenze, aspettando con ansia l’esito di lunghe e complesse analisi. Poi, trenta giorni interminabili, che hanno preceduto e seguito l’intervento. Giorni in cui Pippo Napoli e Matteo, padre e figlio, hanno rafforzato ancora di più quel legame indissolubile impossibile a descrivere. E infine l’abbraccio, con le lacrime che ancora una volta rigavano il volto di entrambi e di tutti coloro che attendevano la rinascita, la salvezza, la vita. Non c’era la pioggia di quel sabato, erano proprio lacrime. Matteo ce l’aveva fatta. Oggi, a distanza di quattro anni, Matteo vuole ricordare il dono più bello che un padre fa ad un figlio. E anche Pippo sarà contento di rivivere quei momenti, che non ha mai dimenticato!