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IN PRINCIPIO FU UN FASCISTA, E TALE RIMASE

di CRISTOFORO TRAMONTANA

Per tutta la vita, adottò il principio del “Tira a petra e muccia a manu”, un detto siciliano che risalta le gesta del vile, del traditore, di colui che, scagliato il sasso, mette le mani in tasca per evitare l’accusa.

Un modus vivendi ereditato dalle canaglie che componevano i GUF (Gruppi Universitari Fascisti) che, il benemerito, amava frequentare.

Non fu un perseguitato al pari di Sandro Pertini, non partecipò alla guerra partigiana, si inventò comunista quando gli eventi, per Mussolini, presero una brutta piega.

Giorgio Napolitano, Re Giorgio (termine coniato dal New York Times) dopo aver affiancato Togliatti, “il Migliore”, fondò all’interno del PCI, la corrente dei Miglioristi, insieme a Gerardo Chiaromonte ed Emanuele Macaluso. Erano loro gli eredi più capaci e con loro, nacque il dissenso nei riguardi di Enrico Berlinguer.

Le posizioni dei miglioristi presero corpo negli anni 80, durante la segreteria di Berlinguer, contrastando le scelte e le proposte del leader.

Emblematica fu la lotta contro la “Questione Morale”, fondata da Berlinguer sulla moralità politica che diretta soprattutto al PSI ed a Bettino Craxi.

Napolitano e i suoi, si opposero nettamente contro il tema etico sviluppato dal Segretario del PCI.

Di moralità, nella vita dell’ex presidente della repubblica, ce ne sta ben poca.

Il suo amore per Craxi e la sua opposizione alla linea del PCI, furono determinanti a renderlo una garanzia per tutti i partiti dell’allora Arco Costituzionale. Fedele a tutti tranne al suo Segretario!

Fu Presidente della Camera, acclamato da tutti, e divenne Presidente della Repubblica, contro il suo stesso partito che, per il Colle, aveva proposto Massimo D’Alema.

Da uomo delle Istituzioni, cambia ancora una volta le sue posizioni politiche!

Diventa fervido Europeista e fedele Atlantista, guadagnandosi l’appellativo di ‘my favourite comunist’ da parte di Kissinger.

Apprezzato e stimato dalla Casa Bianca, per la sua stima, nei confronti della diplomazia USA, Casa Bianca che indisse e compose, parecchie lezioni di politica nelle università americane, il cui docente, fu proprio Napolitano.

Forse sarà sbagliato narrare le gesta dei signori da “Funerali di Stato” ma, nessuno può negare che, la storia d’Italia, ha visto personaggi del calibro di Andreotti, Craxi, Berlusconi e Napolitano, ricordati e osannati per ciò che non erano.

E per Napolitano, la narrazione si fa più pesante, quando si guarda all’aspro scontro che lo portò nel 2012 a sollevare dinanzi alla Corte costituzionale un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato contro la Procura di Palermo per l’intercettazione telefonica all’ex ministro dell’Interno Mancino in conversazioni con il Presidente della Repubblica.

Ma non si trattava di discussione calcistica, l’argomento era la spregiudicata “Trattativa Stato – Mafia”!

Pretese la distruzione di quelle intercettazioni, compromettendo definitivamente, il processo per quegli eventi.

L’ipocrisia campeggia anche con la morte di questo personaggio politico, con tanti che ne esaltano gesta e virtù. E’ d’obbligo però riflettere:

QUEL CHE QUI HO RIPORTATO, E’ UN SUNTO MOLTO STRIMINZITO DEI DANNI PROCURATI AL PAESE DA QUESTO MASSONE TESSERATO ALLE LOGGE PIU’ POTENTI DEL MONDO!

 

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