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MANGIAMO VERAMENTE PANE? HO QUALCHE DUBBIO…

Se c’è una cosa che accomuna popoli, etnie, culture di mezzo mondo è proprio il pane: sia esso pagnotta, con o senza sale, sia esso piadina, chapati, azimo, carasau e qualsiasi altra forma, il pane è ciò che lega l’uomo alla terra da secoli se non migliaia di anni.

Il pane rappresenta cultura, tradizione e vincolo con le proprie radici.

Il pane, rappresentato biblicamente, con detti popolari se non proverbi popolari è da decenni sotto attacco per opera dell’antitradizionalismo più spudorato nonché il mero globalismo più oscuro.

Si offrono continuamente surrogati di questo alimento che ha sfamato popoli nelle peggiori carestia, nelle crisi più crude.

Lo vediamo in continuazione nelle grandi distribuzioni che offrono additivi in percentuale maggiore alla farina di dubbia provenienza spacciati per pane.

Lo vediamo nei fast food dove l’involucro del pasto viene venduto come pane ma che non ha aspetto, forma e sapore di nessuna tradizione popolare, solo cicli di lavorazione di pseudo farina, possibilmente sostituita con trend culinari quali insetti o molecolare che indirizzerebbero il consumatore verso strade non tradizionali, sane quanto basta ai parametri delle suggerite cure alimentari.

Questo è il pane oggi: elementi farinacei che tutto hanno tranne un legame con la terra, con le mani sporche di lavoro orgogliose di nutrire il proprio territorio.

Pseudo panificazioni a discapito di chi lavora la terra e offre il genuino ai propri fratelli, compari e figli.

Progressi insipidi e malsani sotto il nome altisonante di BIO.

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