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MILAZZO, ASSANGE E LA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE, CONVEGNO DEL PCI

di Francesco D’AMICO

Su impulso della sezione milazzese del Partito Comunista Italiano e del Circolo Comunista “Ventunounoventuno”, col patrocinio del Comune di Milazzo, anche la nostra città ha aderito alla manifestazione internazionale “24 ore per Julian Assange”: una maratona globale indetta nella giornata di sabato 15 ottobre per chiedere la liberazione e la caduta di ogni accusa per il fondatore di WikiLeaks, colui che nel 2010 ha rivelato al mondo il contenuto di settecentomila documenti segreti del governo americano, da cui emergevano crimini di guerra e torture, e che da quel momento non ha più goduto della libertà personale e oggi, detenuto in Inghilterra, rischia di dover scontare una durissima condanna in caso di estradizione negli Stati Uniti.

La mattinata si è aperta con un sit-in presso la Statua della Libertà in Marina Garibaldi; nel pomeriggio si è svolto un convegno a Palazzo D’Amico intitolato “Libertà di stampa correlata alla vicenda Assange”; in serata, infine, c’è stato il concerto del duo Waterfire Fly, sempre in Marina. A Palazzo D’Amico sono intervenuti Marco Filiti (in qualità di moderatore), presidente del Consiglio Comunale di Falcone; l’Assessore alla Cultura del Comune di Milazzo, Prof. Francesco Alesci; il giornalista Antonio Mazzeo; il Prof. Federico Martino, ordinario di Storia del Diritto Italiano; e il Segretario nazionale del PCI, Dott. Mauro Alboresi.

In apertura, Marco Filiti ha parlato di “iniziativa dal valore politico, ma con un taglio originale di tipo giornalistico e una rigorosa valenza scientifica”, che rappresenta “un segnale importante da parte della società civile in un momento internazionale particolarmente drammatico”.

“La libertà d’espressione è un valore sacro che deve unire tutti” ha aggiunto l’Assessore Alesci, ribadendo che “l’espressione del proprio pensiero è la prerogativa più importante per ogni individuo”.

Antonio Mazzeo ha ricordato il debito che tutti noi abbiamo verso Assange, perché “senza di lui avremmo capito poco del coinvolgimento dell’Italia nelle guerre in Afghanistan e in Iraq”: infatti, “WikiLeaks ha mostrato la verità sulle posizioni politiche italiane e sul consenso dei nostri governanti al MUOS in Sicilia, nonché la comunanza di interessi tra i poteri forti del nostro Paese e il governo di Washington. Possiamo comprendere, dunque – ha proseguito Mazzeo -, le ragioni autentiche di queste guerre, unitamente alle esigenze del riarmo e alla presenza di basi americane sul nostro territorio”. Terminando con un appello ad essere tutti “costruttori di pace”, in merito al conflitto in Ucraina.

“Dovremmo essere in milioni a manifestare in tutto il mondo, pronti a strappare Assange ai suoi carcerieri e restituirlo ad una libertà effettiva” – le parole del Prof. Federico Martino; che ha evidenziato “la discrasia tra l’affermazione degli immortali principi dell’89 [cioè della Rivoluzione francese, ndr.] e la loro gestione da parte della borghesia che li ha enunciati”. “Il caso Assange è un richiamo a questa contraddizione insita nella società borghese: la realtà può essere modificata solo se ci si colloca nel senso della trasformazione della storia, ragionando in termini di superamento della logica capitalistica” – il pensiero del Docente.

“La vicenda di Assange è oltremodo emblematica perché attiene ai nostri diritti e alle nostre libertà – così il Segretario del PCI Mauro Alboresi -. È la storia di un uomo, un giornalista che ha avuto il torto di rivelare al mondo informazioni riservate attinenti ai crimini ed ai criminali delle guerre in Afghanistan e in Iraq e anche relativamente alla gestione americana della prigione di Guantanamo. Per questo è stato punito, ingiustamente incarcerato e ora rischia, se estradato negli Stati Uniti, una pena di centosettacinque anni di carcere per spionaggio, di fatto la condanna a morte”. Alboresi ha poi sottolineato l’importanza del sostegno internazionale ad Assange, attualmente tra i finalisti del premio Sacharov per la libertà di pensiero, grazie all’iniziativa di alcuni eurodeputati. “Credo che sia importante evidenziare che Assange è il simbolo internazionale di tutte le voci libere che, come lui, possono essere messe a tacere da un momento all’altro; per tanti aspetti, egli è il modello per un mondo nuovo e migliore, dove l’ingiustizia va condannata ed i diritti difesi: esattamente il contrario di ciò che sta accadendo”. La concessione dello status di rifugiato politico da parte dell’Ecuador, che lo ha ospitato per sette anni nella sua ambasciata a Londra; la revoca di tale status ad opera del nuovo governo ecuadoriano, quindi l’arresto e la detenzione e il via libera delle autorità londinesi all’estradizione negli Usa. “In caso di sua estradizione – ha concluso il Segretario nazionale del PCI -, è chiaro che saranno sempre meno i giornalisti propensi a rischiare la vita in difesa della verità: un problema che investe anche il nostro Paese, sceso al cinquattottesimo posto nel mondo in tema di libertà d’informazione. schierandoci al suo fianco, esprimiamo la necessità di difendere la libertà di stampa e di espressione anche in Italia”. 

 
 
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