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SI USTIONA SULLA SPIAGGIA, MA I CONTROLLI DOVE SONO?

Non è la prima volta che da queste colonne chiamiamo alle loro responsabilità le forze dell’Ordine: qualche giorno fa, un articolo di un redattore ha evidenziato la guida senza cinture allacciate in una città come Milazzo. Basterebbe poco per le forze di Polizia richiamare al rispetto della legge, incassare proventi notevoli e togliere i punti dalla patente: che, con il passare del tempo, farebbe diminuire il numero di furbi che girano impuniti in questa città. Chi poi non è contento se a Milazzo si fa rispettare la legge, se ne va a girare da un’altra parte.

Non è neanche la prima volta che richiamiamo al loro dovere chi dovrebbe fare rispettare il divieto di accensione di fuochi sulla spiaggia. Il fatto che fosse di mattina poco importa: i tizzoni ritenuti spenti e seppelliti sotto la ghiaia provocano danni irreversibili nei bagnanti, in estate, e in chi si avventura sulla spiaggia per prendere il sole approfittando della giornata calda di Pasquetta, del 25 aprile o del 1° maggio.

La notizia che un quattordicenne è stato investito, mentre accendeva un barbecue sulla spiaggia di Ponente, da una fiammata di ritorno che lo ha raggiunto al torace ed alle braccia deve far riflettere. Senza dubbio la causa è da ricercarsi nel forte vento di scirocco, ma non è la prima volta che capita: passano inosservati gli atti compiuti il 10 agosto, mentre si sta sulla spiaggia ad aspettare le stelle cadenti ed esprimere un desiderio che mai si verificherà. Ma l’11 agosto quanti sono i bagnanti alle prese con i fuochi spenti male o nascosti sotto la ghiaia della spiaggia di Ponente? Tutti a gettare acqua salmastra, per evitare danni maggiori! 

Non hanno alcun valore i messaggi di solidarietà, gli auguri di pronta guarigione, l’affannarsi frenetico di saperne di più: se una giornata di festa all’aperto si stata trasformando in una rapida corsa da un ospedale ad un altro, sappiamo che la colpa non è solo del vento di scirocco o del fatto che tutti i ragazzi fossero minorenni e quindi sotto la tutela della patria potestà.

Bisogna sempre e comunque sorvegliare, poiché tutti sapevano, al diffondersi della notizia, che i falò sulla spiaggia non si accendono. Ma non lo hanno detto: hanno affidato le loro rimostranze ad un giornale, il nostro, proprio perché è attento ai fenomeni sociali, li denuncia, li sbatte in prima pagina anche se quasi sempre si snobbano certe notizie. Ci sembra il caso di aggiungere che per fortuna è andata bene; in caso contrario, a chi attribuire le responsabilità di una giornata di festa che rischiava di trasformarsi in una tragedia?

 

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