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Un anno tristissimo senza CICCIO POLO: la lettera della mamma

Nel primo triste anniversario della scomparsa del giovane Francesco Cutropia, alle ore 18.30 di oggi, domenica 28 novembre, nella chiesa di SANTA MARINA a MILAZZO verrà celebrata una Santa Messa in suffragio. Ospitiamo, nella ricorrenza, una lettera della madre: uno scritto in cui si colgono la sofferenza, il dolore, le lacrime quotidiane versate da una donna che porta dentro di sè il ricordo del suo ragazzo andato via troppo presto. E non può essere altrimenti: l’amore di colei che lo ha messo al mondo non si esaurisce con l’improvvisa partenza del figlio, ma continuerà, per anni ed anni ancora, fin quando non andrà a raggiungerlo. Quel cordone ombelicale reciso il giorno in cui quel bambino è venuto alla luce si è ricostituito, ancora più forte, nei pensieri, nei gesti, nelle azioni quotidiane di una mamma coraggiosa che affida a noi le sue sofferte parole di amore per il suo amato Ciccio, Ciccio Polo.

Sto guardando questo foglio vuoto e anonimo non so più da quanti giorni.

Troppe le cose da dire, sapessi come scalpitano nella mia mente stanca; stanca di lottare con le notti insonni, con gli occhi che a stento trattengono le poche lacrime rimaste.

Lacrime di dolore, amarezza, rabbia…

Rabbia che da quando non ci sei più non mi tiene più viva, mi ricorda ogni istante delle mie giornate e delle nottate infinite quanto immenso sia il vuoto che hai lasciato. Un silenzio, per assurdo, assordante!

Guardo tuo padre, ma è l’ombra di quel papà con il quale dividevi tutto: caccia, pesca, lavoretti… Lui a differenza mia non piange, non parla. Lui tace… semplicemente tace e nel suo silenzio ripensa alle tue ultime parole: “Hai ragione, papà, ti voglio bene“. Ancora oggi dopo un anno si chiede perchè.

Guardo la tua amata sorella, e prego che tu da lassù possa darle la forza per stare senza il suo fratellone, la sua metà… Anche lei come papà tace, ma è un tacere diverso il suo, percghè lei sa. Quando io mi sono arresa lei ti ha spronato, coccolato, confortato e a volte ti ha scosso in modo duro per costringerti quasi a guardare quella verità che si stata spegnendo giorno dopo giorno.

Nonna, perchè andiamo ogni mese a messa, ormai lo zio non torna più?… Non so più da quanto tempo non mi dà un bacio e mi manca tanto“… Manchi tanto anche a lui, che ha capito che quella sera eri diventato l’Angelo meraviglioso che sei… lui che con i suoi problemi si è preoccupato per la tua bimba.

Non ti chiamerò Francesco, o figlio mio, ma Ciccio, Ciccio Polo, amico dai pochi veri amici e dai tanti, troppi conoscenti, tu che ci sei stato sempre per tutti, nel bene e nel male… Tu che sognavi un lavoro umile e decente, una casa dove poter fare l’albero a Natale e tornare ogni sera ad abbracciare la tua famiglia. Una casa dove accogliere chi credevi “amico“… Ovunque io vada, non c’è posto dove non trovi qualcuno che ha incontrato il tuo cammino, la tua strada, una strada colma di esperienza, ingenuità, onestà, bontà d’animo… Una strada costellata di gioie, soddisfazioni, delusioni… una vita comune a quella di tanti esseri umani, ma UNICA, come solo tu hai saputo essere.

Sei per tutti CICCIO POLO, ma per me che a fatica vado avanti, per me che nascondo dietro un sorriso, quella fatica che diventa ogni giorno più pesante, insostenibile… per me è ancora quella fredda e triste sera di novembre in cui il tuo cuore immenso ha smesso di battere su questa terra, per andare ad allietare tutti gli Angeli del paradiso…

E ora come dicevi sempre tu, FAI CANTARE GLI ANGELI IN PARADISO.

Con amore, la tua mamma.  

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