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UNA FAVOLETTA PER PASQUA…

gallinaPubblichiamo proprio tutto su questo nostro giornale, anche qualcosa per i più piccoli. Ma anche i più grandi, leggendo questa favoletta, penseranno a quando erano piccoli… Fate la prova! BUONA PASQUA!

 

LA GALLINA NERA

Nel cortile di una fattoria viveva un tempo, fra tante galline bianche, una gallina nera. Era una gallina come tutte le altre, ma le uova che deponeva avevano forme mai viste. Mai che le riuscisse di fare un uovo normale, uguale agli altri!

Le galline bianche la prendevano in giro: «Bisognerà far costruire dei portauovo su misura!» La capoccia del pollaio prese da parte la gallina nera e, gonfiando il petto, le disse: «Sei la vergogna del pollaio! Una pasticciona come te non si era mai vista prima, nel mio cortile. Faresti meglio a nasconderti!». Un bel mattino il coniglio di Pasqua si presentò nel cortile per scegliere, come ogni anno, le uova da decorare e regalare. Tutte le galline si fecero avanti, eccitate e orgogliose, e la capoccia gli fece notare che uova così grosse e perfette si potevano trovare solo da lei. La gallina nera, però, rimase nascosta in un angolino, avvilita.

Il coniglio di Pasqua aveva il cestino ormai pieno, quando sentì un singhiozzo. Aprì pian piano la porta del pollaio. Era la gallina nera che piangeva. E, fra la paglia, il coniglio scorse le uova più originali che avesse mai visto nella sua lunga carriera! Il coniglio consolò la gallina nera: «Non piangere! Regalerò le tue uova al re. Di sicuro non ne ha mai ricevute di simili. Resterà a bocca aperta. È talmente noioso avere per pranzo e per cena uova sempre identiche!». Fuori di sé dalla gioia, la gallina nera sistemò nel cestino del coniglio le sue uova più belle. Ma un pensiero la rendeva inquieta: e se le sue uova non fossero piaciute al re? Tornato a casa, il coniglio di Pasqua le decorò con disegni all’ultima moda. Che faticaccia! Anche per uno esperto come lui non fu uno scherzo dipingere uova con una forma così insolita. E aveva un sacco di lavoro da sbrigare, l’indomani era Pasqua e tutti aspettavano le sue uova colorate, non soltanto il re! Il giorno seguente il coniglio uscì di buon mattino a nascondere le uova. Girò tutto il paese in lungo e in largo e naturalmente non si fece scorgere da nessuno, nemmeno dal re.

Quella mattina il re non aveva nessuna voglia di mettersi a cercare le uova di Pasqua. Sarebbe rimasto volentieri a letto. «Che noia! Ogni anno la stessa storia…» pensò. Ma poiché era un re saggio e buono, fece comunque il proprio dovere. Frugò in ogni angolo del castello: dietro le tende, sotto il tavolo, sopra il tavolo… si buttò perfino a terra per guardare sotto le sedie, in una posizione – a dire il vero – poco adatta alla dignità di un re, ma… inutilmente!. Il coniglio di Pasqua non l’aveva mai fatto faticare tanto. Si era forse dimenticato di lui, quest’anno?

Stanco, il re strascicò i piedi fino al trono e… che sorpresa! Uova simili il re non ne aveva mai trovate. Era contento come… come una Pasqua! Finalmente qualcosa di diverso dal solito! «Voglio proprio conoscerlo, questo simpatico coniglio di Pasqua!» disse. Il re fece attaccare la carrozza e si precipitò da lui, che gli raccontò della gallina nera. Quindi salì in carrozza con il re e lo condusse alla fattoria. Appena giunsero, le galline erano emozionatissime. Chissà che cosa era venuto a cercare, nel loro cortile, il re in persona. Che trambusto, quando il re comparve sulla porta del pollaio! Il re domandò: «Chi di voi è capace di deporre uova così belle?» e mostrò le uova di tutte le forme che aveva portato con sé in un cestino. Come al solito, la capoccia si fece avanti: «Qui sono io che comando, e uova come quelle so farle soltanto io!». 

La gallina nera se ne stava nascosta in un angolino e, alla vista del re, si era tanto emozionata che aveva deposto un uovo a forma di cuore! Il coniglio di Pasqua la riconobbe subito: «Ecco la! È laggiù!» Felice il re raccolse il bellissimo uovo e accarezzò affettuosamente la gallina nera. “Vieni a vivere nel mio castello” le disse. “Mi piacerebbe tanto avere ogni giorno a pranzo, un uovo diverso!”E fu così che la gallina nera lasciò la fattoria e si trovò a meraviglia al castello. Di qualunque forma le riuscissero, il re era sempre entusiasta delle sue uova.

da www.ilpaesedeibambinichesorridono.it

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