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UNDICI ANNI FA L’IMPROVVISA PARTENZA DEL NOSTRO AMICO CICCIO TRIO

IL 30 MAGGIO 2012, UNDICI ANNI FA, CI LASCIAVA CICCIO TRIO.
Ecco un ricordo di un amico, un compagno di scuola, un fratello, un medico. Costituisce un capitolo del prossimo libro in cui saranno passati in rassegna gli anni del Liceo. Ciao, Ciccio, qui tutto bene… per modo di dire!


“Arrivato a Milazzo a seguito del trasferimento paterno, militare nell’Arma dei Carabinieri, Franco Trio abitava a Santo Pietro dove, per distinguerlo dagli altri numerosi Trio della zona, era chiamato “Franco Enna”, per individuare la città dalla quale proveniva. Al Liceo fu da tutti sempre affettuosamente chiamato Ciccio, e nonostante fosse l’ultimo arrivato, non ebbe difficoltà ad inserirsi nel gruppo di alunni che avevano già parecchi anni di anzianità! Ciccio bruciò le tappe dando ampia dimostrazione di potersi guadagnare un posto fra coloro che in quegli anni di contestazione erano i capi della rivolta, studentesca e non solo! Alunno della sezione B, con Carmelo D’Agostino, Tanino Sutera, Renato Ragusi, Peppe Mandanici, Stefano La Rosa, Antonio Farina, costituì un gruppo che non aveva nulla da invidiare a chi ormai era prossimo alla maturità e quindi abbastanza preparato per assumere la leadership della goliardia, nel solco di una continuità che non poteva essere disattesa! Proprio la goliardia non poteva soccombere, vittima delle incomprensioni politiche che avevano modificato persino i comportamenti giovanili, al punto da fare diventare avversari quegli stessi alunni che fino a poco prima erano legati in maniera indissolubile da rapporti di amicizia più che fraterni. Era un periodo difficile, e solo chi era capace di assimilare i valori trasmessi da altri alunni della stessa scuola, come in un ideale passaggio del testimone, li avrebbe a sua volta consegnati alle successive generazioni. Il compito non spettava a tutti, ma a quei pochi che, nel tempo, sarebbero stati ricordati come i capi, i rappresentanti di quell’istituto che ancora oggi riesce a vivere nei ricordi di chi ha scritto le pagine più intense di una gioventù contestatrice, spensierata, ribelle e goliardica.
Ciccio Trio era un ragazzo estroverso in ogni suo atteggiamento, giudicato da molti strafottente, ed aveva uno spiccato senso dell’umorismo: per queste “doti” non comuni, che mantenne anche dopo il conseguimento della maturità classica, gli fu conferita, studente universitario di Medicina, la corona di Principe della Goliardia milazzese! Attorno a lui, uno stuolo di conti, baroni, marchesi, duchi, cavalieri e nobili universitari, con tanto di mantello e di feluca, degno contorno che egli stesso aveva nominato per fare rivivere i fasti della Festa della Matricola di un tempo. Fu l’apice di un periodo d’oro, conclusosi con il passaggio delle consegne a Sergio Panissidi e successivamente a Cesare Terragna, Cesare VIII, ultimo rappresentante della goliardia milazzese, almeno di quella riconosciuta dall’Università, che pronunciò la profetica frase “Dopo di me il diluvio”!
Aveva ragione, poiché i tempi sono cambiati da allora. E siccome la goliardia non è una materia che si apprende sui banchi di scuola, ecco che a farla rivivere sono ancora oggi le persone, gli uomini di qualsiasi età, che non si rassegnano al passare del tempo, credendo di essere sempre giovani, indistruttibili, eterni buontemponi!
Ciccio Trio, medico e compagno di scuola, fu stroncato da un infarto il 30 maggio del 2012. Il ricordo da pubblicare su TERMINAL spettò a me e a Carmelo D’Agostino. Declamammo a voce alta, come se stessimo recitando, le frasi che avrebbero dovute essere rilette prima della stampa; durante quella insolita composizione sia io che lui parlavamo, stando uno di spalle all’altro, come se fossimo in due stanze diverse. Alla fine vidi Carmelo che era entrato in bagno per lavarsi il viso, mentre io mi asciugavo le lacrime!
Rileggemmo il pezzo: non avevamo corretto nulla di quanto avevamo improvvisato. Andava bene, potevamo pubblicarlo. Era un saluto diverso all’amico che ci aveva lasciato, all’improvviso. Un viaggio indietro nel tempo, un pezzo di comicità, divertente e commovente al tempo stesso. Ciccio ne sarebbe stato fiero! Avevamo trovato il modo migliore per salutarlo, proprio come lui avrebbe desiderato!”

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