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COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 19 MAGGIO, PENTECOSTE, a cura di Mariella Rappazzo

Dal Vangelo secondo Giovanni – Gv 15,26-27;16,12-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

COMMENTO AL VANGELO DI DOMENICA 19 MAGGIO 2024 (Gv.15,26-27;16,12-15)

Gli Israeliti, al tempo di Gesù, celebravano due feste importanti. La prima era chiamata Pasqua (passaggio) e ricordava il passaggio-liberazione del popolo dalla schiavitù in Egitto alla libertà nella Terra Promessa. La seconda festa era chiamata Pentecoste (significa 50 giorni dopo la Pasqua) e ricordava la Legge dei 10 Comandamenti elaborati da Mosè. Per noi cristiani la Pasqua celebra il passaggio di Gesù dalla morte alla Risurrezione, mentre la Pentecoste celebra la nuova e definitiva Legge dell’amore codificata nello slogan: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Il libro Atti degli Apostoli ci aiuta a capire meglio il brano del Vangelo di Giovanni di questa domenica. Negli anni successivi alla morte e risurrezione di Gesù, i suoi discepoli ebbero una esperienza interiore particolare. In occasione della festa di Pentecoste vissuta a Gerusalemme, compresero che quella forza amorevole di Dio che li aveva liberati dalla schiavitù e resi uniti grazie ai 10 Comandamenti, quella stessa forza era stata donata a loro da Gesù. Quella forza di Dio la chiamarono Paraclito e Spirito Santo (Atti 2,1-4). Il termine Paraclito, presente solo nel Vangelo di Giovanni, significa forza che consola, avvocato difensore, colui che soccorre e protegge i più deboli. Quindi Paraclito non è semplicemente il nome dello Spirito Santo ma è la sua funzione a favore dell’umanità. In questo brano Gesù rassicura i suoi discepoli e dice che il Paraclito, che lui chiama Spirito di Verità e che proviene dal Padre, se è accolto nel cuore dei cristiani, fa comprendere due realtà importanti. 1) Fa comprendere che Dio è datore di vita e la vita è bene, quindi Dio è amore. 2) Fa comprendere che l’Uomo possiede un valore e una dignità assoluta ed è invitato a vivere da figlio di Dio cioè imitando il Padre che si è fatto conoscere attraverso il Figlio Gesù. L’accoglienza dello Spirito Paraclito da parte del cristiano rende operativo e reale l’azione amorevole di Dio, perché tale azione è rivolta principalmente a tutela dei più deboli nella società. Infatti Dio agisce sempre attraverso qualcuno che si mette dalla parte della verità. Stare dalla parte della verità significa stare dalla parte del bene, di ciò che difende e soccorre l’umanità nelle sue difficoltà. Ma non solo. Lo Spirito Paraclito è anche quella forza d’amore, gli uni verso gli altri, che rinnova continuamente l’azione dell’Uomo. Un’azione che deve trovare sempre nuove soluzioni ai nuovi bisogni e alle nuove sfide esistenziali che la vita ci pone. Di fronte ai nuovi bisogni culturali, relazionali e sociali, non si possono dare risposte antiche… ma, con lo Spirito di verità, inventare e creare nuove risposte e soluzioni alle nuove frontiere dell’umanità.

MARIELLA RAPPAZZO

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