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CONGRATULAZIONI A SAMUELE TORRE!

“Alla fine dei tre anni di scuola media erano previsti degli esami per il conseguimento della licenza. Un ambito traguardo anche quello, per molti che si sarebbero ritirati dalla scuola alla ricerca di un lavoro, ed al quale aspiravano, consapevoli che le difficoltà familiari per essere mantenuti negli studi superiori, o i limiti nell’apprendimento riscontrati nel corso di tre anni, assieme a qualche bocciatura, consigliavano di fermarsi ed accontentarsi di un titolo di studio che in quegli anni apriva le porte anche a moltissimi concorsi che suddividevano i partecipanti in impiegati di concetto e impiegati d’ordine!

L’esame di terza media non avveniva davanti ai nostri professori, ma ad un’apposita commissione interna, formata da insegnanti di altre classi della scuola. Costoro conducevano le interrogazioni valutando il nostro curriculum, frutto di tre anni di studio, ma spesso quella loro valutazione era basata non solo sulla nostra preparazione, ma sul nostro… ceto sociale, sulle condizioni economiche e lavorative delle nostre famiglie. Non importava essere alunni diligenti, preparati, aver tenuto per i tre anni un comportamento esemplare, avere risposto esattamente alle domande o avere ottenuto un buon voto alla prova scritta, che come al solito precedeva quella orale, ma era proprio la nostra famiglia a fornire indicazioni sulla nostra carriera futura! E per l’ennesima volta, anche alla fine dei tre anni di studio, si ripresentava l’arcaica ed antipatica distinzione fra alunni di serie A ed alunni di serie B!

Ovviamente, per noi era importante superare l’esame, ottenere il “pezzo di carta” e scegliere, una volta fuori, di iscriverci ad una scuola e seguire altri nostri compagni, quindi non facevamo caso a quanto dicevano gli insegnanti: da loro attendevamo solo il voto finale, aspirando spesso ad una votazione che ci consentisse di evitare, in tutto o in parte, le tasse. Infatti con la media dell’otto si otteneva l’esenzione totale, mentre quella del sette ci consentiva di risparmiare la metà delle tasse previste per l’iscrizione all’anno successivo!

Santino Torre aveva solo 13 anni, e durante l’esame di terza media fu sottoposto da un insegnante ad un interrogatorio che esulava dalle materie studiate nel corso dell’anno. Le risposte avrebbero dovuto fornire utili indicazioni sulla valutazione, ma l’episodio gli rimase impresso al punto che ha voluto raccontarlo. Gli servì da stimolo per dare a quel docente, che fra l’altro basava il suo giudizio solo sul ceto sociale, una risposta che smontasse certi pregiudizi.

Gli fu chiesto dove abitasse. Rispose “Al Borgo”. Quasi tutti i ragazzini del Borgo in quegli anni erano attratti dall’Avviamento, a San Francesco, piuttosto che dalla media “Luigi Rizzo”, quindi per il professore lo studente era considerato un intruso nella scuola, fiore all’occhiello della città! Ma non si fermò, anzi continuò: “Che lavoro fa tuo padre?”.

Orgoglioso, come lo eravamo tutti del lavoro dei nostri genitori e dei loro sacrifici, lo studente rispose “Alla metallurgica!”.

Con un tono che non ammetteva repliche, il professore sentenziò: “E allora ti devi fermare!”; ossia, non devi più continuare!

Era un consiglio dato per spingerlo ad aiutare anche lui la famiglia, cercandosi un lavoro? Non lo sapremo mai. Certo è che aveva sottovalutato la volontà ferrea di quel ragazzetto del Borgo che non solo continuò a studiare, con profitto, ma scelse anche una facoltà universitaria al di fuori della nostra regione. Ed il padre, operaio della metallurgica, umile ma consapevole delle qualità del figlio, continuò a lavorare, con tutte le sue forze, sacrificandosi giorno e notte, per consentirgli di coronare il suo sogno e di diventare un ingegnere….” (tratto dal libro LA CLASSE DI CARTONE, edizioni Lombardo, Milazzo)

Ho preferito partire da lontano, addirittura da un esame di terza media sostenuto davanti ad un insegnante che aveva “sentenziato” ad un ragazzetto del Borgo, Santino Torre, di concludere anzitempo gli studi. Santino oggi è un ingegnere che vive lontano da Milazzo, ma che a Milazzo è legatissimo. Torna periodicamente, e ci eravamo visti durante i festeggiamenti per S. Rocco, dove la moglie Marisa si è esibita, come ogni anno, con alcuni brani del suo repertorio musicale.

Come ogni anno, alla fine delle vacanze Santino è partito; ma la perdita della mamma lo ha fatto ritornare all’improvviso per l’estremo saluto, lo scorso 4 settembre. Probabilmente anche lei attendeva quel traguardo che il nipote Samuele, figlio di Santino e di Marisa, stava sognando, ed avrebbe desiderato in cuor suo gioire alla notizia. Non le è stato possibile: era andata via per sempre qualche settimana prima, per raggiungere il suo adorato Ciccio Torre, seguendo da lassù quel giorno di festa che ha visto coronare il sogno di quel ragazzo: la laurea specialistica.

Abbiamo avuto noi la notizia che un altro figlio di questa nostra terra ha dato una splendida soddisfazione ai suoi genitori: per questo ci congratuliano con Samuele Torre, che si è brillantemente laureato in PSICOLOGIA CLINICA presso l’Università di Milano – Vienna “Sigmund Freud”, discutendo la tesi “Dimenticanze, lapsus ed atti mancanti: le vie per l’inconscio”.

E ci congratuliamo con papà Santino e mamma Marisa, ai quali Samuele ha dato l’ulteriore soddisfazione dopo la triennale conseguita a Padova, e adesso è pronto per la scuola di specializzazione a Bellinzona, in Svizzera! Il viaggio continua: e ritornando a quell’esame di terza media, di quasi sessant’anni prima, possiamo senza ombra di dubbio ritenere che tutto ciò è stato reso possibile dall’orgoglio, dalla volontà, dall’impegno di un ragazzo di tredici anni, al quale era stato consigliato da un professore che voleva saperne di più di fermarsi, di non proseguire con gli studi, di dare un calcio ai suoi sogni.

Santino Torre non lo ha ascoltato, si è sacrificato, ha studiato, si è laureato, ha formato famiglia. Non ha reciso i legami con la sua Milazzo, tutt’altro! La sua riconoscenza nei confronti di quei genitori che si sono sacrificati per garantirgli il futuro è espressa in maniera eloquente dai successivi traguardi raggiunti dai due figli.

Santino non ha dimenticato i sacrifici di papà Ciccio, uomo onesto e laborioso del Borgo che aveva guardato lontano. E ai suoi ragazzi ha garantito, in tempi diversi rispetto a mezzo secolo prima, gli studi, il futuro, l’affermazione nella vita.

Congratulazioni, Samuele, e ad maiora! L’orgoglio di papà è simile all’orgoglio del nonno: magari leggendo questo nostro augurio tante cose ti saranno più chiare. E come dottore in psicologia, potresti dare a certe domande quelle risposte che papà ha dato con i fatti a quel professore che lo aveva interrogato e aveva deciso per lui!

 

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