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MILAZZO, SENZA SEGNALETICA SI PUO’ ANDARE DOVE SI VUOLE…

di G.T.

Due amici si incontrano in Piazza. Più che incontrarsi si incrociano. Sono entrambi in bicicletta.

Giacomo rallenta ed a gran voce “Ehi, Aldo, chi ti porta a Milazzo ?

Ciao, Giacomo, sono qui da qualche giorno; son venuto a vedere  i  nonni;  poi domani devo già essere a Milano”.  

I convenevoli sono d’obbligo e …poi:

A proposito, in estate trascorrerò qui a Milazzo il mio periodo di ferie; per farmi un’idea vorrei vedere una piscina pubblicizzata su molte riviste; se mal non ricordo, si chiama Lido Azzurro ed ha suscitato il mio interesse. E’ una piscina tradizionale di quelle a cielo aperto e non ficcate all’interno di strutture. Ho consultato una cartina stradale di Milazzo e credo di aver capito come ci si arriva”.

Giacomo pronto per l’ospite, non si fa pregare.

Andiamoci in bici,  ti accompagno e pedalando possiamo anche chiacchierare”.

Ma ci vorrà molto ?” chiede Aldo.

No, non più di dieci minuti anche andando piano”.

E così si avviano parlando di loro. Percorrono la zona porto, poi la Via XX Luglio… Piazza Marconi e si fermano laddove c’era il parcheggio “dell’usato” della Ford. “Ecco, esclama contento Aldo”, avendo già trovato corrispondenza di quel punto con la cartina stradale. Ormai padrone della situazione aggiunge:

Guarda la cartina stradale, ora giriamo qui a sinistra per via Antares e poi a destra sul lungomare ed arriviamo alla piscina.”

Ma chi va dicendu” replica istintivamente in dialetto Giacomo, “da Via Antares non si può andare a destra…è vietato…bisogna arrivare da Via Acqueviole fino alla ex Silvanetta e poi tornare indietro fino al Lido Azzurro”.

Ma che vai dicendo tu“ esclama Aldo…”Spiegami perché dovrei fare almeno due chilometri in più se la piscina è proprio dietro l’angolo di quel palazzo”.

Ti ripeto No e ancora  No” 

E allora fammi capire perché no! C’è forse un cartello di divieto? NO! E per di più non vedo nessun cartello d’obbligo e, tranne ad osservare lo STOP possiamo andare: a destra verso il Lido… a sinistra verso Milazzo e – addirittura – attraversare l’incrocio per andare in quel cantiere di fronte a noi”.

Spazientito Giacomo sbotta: “Lasciamo qui le biciclette ed andiamo dietro l’angolo del palazzo”.

Ok…e vanno.

Vedi dice Aldo: non c’è nulla

Tu si orbu.. non vidi chi c’è un cartellu di divietu di transitu?”.

Ma nell’alzare gli occhi, anch’egli resta sbalordito; di fatto non c’è alcun cartello….. però non si dà per vinto, torna ad insistere e ripete:

Io lo so e basta… qui da sempre c’è stato il divieto di transito. Ti ripeto che per andare alla TUA piscina dobbiamo arrivare alla Silvanetta….punto e basta”. 

Ed Aldo: “Come puoi dire che quel disco di lamiera, completamente bianco, anonimo  ed in parte arrugginito, sia un cartello stradale e che addirittura rappresenti un divieto di transito per come voluto dal Codice della strada? Magari condivido che ci sarà stato in altre epoche, ma è certo che ADESSO NON C’E ALCUN DIVIETO e perciò possiamo andare e ti spiego anche perché. Allo stato attuale l’unica prescrizione alla quale dobbiamo “inchinarci” è lo STOP in prossimità dell’incrocio con la strada che porta a Milazzo. Per il resto siamo liberi sempre nel rispetto dello STOP di andare in qualunque direzione. Caro Giacomo, sulle strade non si va a memoria o perché ci si ricorda di qualche consuetudine. Tieni pure conto che il supposto divieto di transito (cioè quel disco sul paletto di cui sopra) non è installato in modo da poter essere visto  in tempo utile per osservarne l’obbligo (v. Codice della Strada) ma è completamente occultato dallo spigolo del palazzo poiché installato molto indietro. Sta di fatto che, se limitazione voleva imporsi, occorreva che ci fosse il cartello di direzione obbligata (disco rotondo con freccia bianca su sfondo azzurro). E ti aggiungo che potrebbe non bastare poiché ci sarà sempre un trasgressore che attraverserà comunque l’incrocio (in barba alla freccia d’obbligo) per andare a mare o al cantiere che vediamo”.

Chi scrive conferma che è una vera abitudine attraversare anche senza le dovute cautele. E Aldo continua:    

“Credimi, resto stupito a vedere una situazione del genere in corrispondenza ad un incrocio pericolosissimo e senza che alcuno se ne sia preoccupato. Ora rientriamo poso la bici e nel pomeriggio ho il treno per Milano. Ciao Giacomo, ci rivedremo in estate”.

“Ciao Aldo, mi hai proprio convinto…lo dirò a qualcuno che conta al Comune… poi ti farò sapere”.

E Aldo, sornione: “Cunta? A scummissa chi è un raggiuneri?”

“Ma quandu mai! Ciau… bon viaggiu”

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