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SETTIMANA SANTA, nella chiesa di S. Rocco a Milazzo esposta un’opera presente al Louvre!

Non c’è voluto molto per chi era già stato al Louvre scoprire che il dipinto esposto dal Giovedì Santo altro non era che il “d’après” di una straordinaria opera del pittore ritrattisti del XVII secolo, Philippe de Champaigne. Sono “d’après”, termine francese che indica la copia, le interpretazioni dell’opera di un artista da parte di altri artisti. Ed IL CRISTO MORTO, ammirato su facebook per annunciare la sua presenza nella chiesa di San Rocco a Milazzo, altro non era che l’esposizione dell’opera del Louvre, frutto di una invenzione pittorica di un artista contemporaneo che non è nuovo a questo genere di lavori, ispirati a grandi maestri. In questo caso il “d’après” diventa una citazione colta ed originale, e si arricchisce della personalità e dello stile del secondo autore, SALVO SIVARIO CASTELLESE, al quale era stato richiesto un lavoro che ricordasse proprio il sacrificio di Gesù. E mentre in piazza Sacro Cuore, sull’aiuola della rotatoria antistante la chiesa omonima lo stesso Castellese ha realizzato la sagoma in legno di un Crocifisso, che emoziona i passanti, a San Rocco ha voluto emozionare chi in questi giorni ha visitato la chiesa cinquecentesca che domina la città di Milazzo. In tanti si sono fermati in adorazione davanti al CRISTO NEL SEPOLCRO: emozioni e sentimenti di pietà e di dolore nei confronti di Gesù adagiato sulla sua sindone, il capo reclinato nel sonno della morte prima della resurrezione, la corona come drammatica testimonianza dell’ultima ingiuria, come i fori su mani e piedi e sul costato.

L’opera del pittore palermitano (autore fra l’altro di un eccezionale dipinto a colori, della dimensione di mt 2.10 x 1.45, di una vecchia stampa del XVI secolo trovata su una bancarella di oggetti antici in Spagna, e che rappresenta una processione di S. Rocco a Milazzo al Borgo, durante la dominazione spagnola, ed esposto nella stessa chiesa), si discosta di poco dalle misure dal lavoro del Louvre (cm 197 x 68). Una cornice in foglia d’oro conferisce luminosità al dipinto, anche questo olio su tavola come l’originale di Champaigne, e resterà per un tempo limitato nella chiesa (sicuramente fino a domenica 11 aprile) dove potrà essere ammirato ogni giorno dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 17.

Le visite avverranno nel rispetto delle prescrizioni per evitare i contagi.

 

PHILIPPE DE CHAMPAIGNE: Nato a Bruxelles nel 1602, sebbene fosse stato allievo del pittore paesaggista Jacques Fouquières, ha realizzato quasi tutto il suo lavoro ispirandosi a soggetti religiosi e ritratti.

Ha lavorato in Francia per la Regina Madre, Maria de’ Medici, diventando nel 1628 pittore reale, e per Richelieu, per il quale produce dipinti religiosi e ritratti, tra i quali il famoso ritratto dello stesso Cardinale.
Nei suoi dipinti si ritrova l’influenza dello stile di grandi pittori quali Rubens e Van Dyck.

Dopo il miracolo che vede guarire sua figlia affetta da paralisi avvenuto presso il convento di Port-Royal, De Champaigne ne dipinge nel 1662 il quadro celebrativo, “Ex-Voto”, oggi al Louvre, che raffigura la figlia con la Madre Superiora, Catherine-Agnès Arnauld.

Muore a Parigi nel 1674 lasciando una grande varietà di dipinti a carattere religioso e ritratti dallo stile unico.

 

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