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VERSO IL NUOVO CAPO DELLO STATO: UN PRESIDENTE DA UNITA’ NAZIONALE

I presidenti della Repubblica in ordine progressivo di elezione, da sinistra in alto Enrico De Nicola, Luigi Einaudi, Giovanni Gronchi, Antonio Segni, Giuseppe Saragat, Giovanni Leone, da sinistra in basso Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella. ANSA

di Luigi CELEBRE

Nell’approssimarsi della data fissata per la prima votazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione del Presidente della Repubblica sono stati pubblicati i primi nomi dei probabili candidati, qualche prima disponibilità e qualche pronostico.

Vengono fatti dei nomi per sondare l’opinione pubblica o per cercare adesioni fra i grandi elettori? In occasione dei conclavi ricorre il detto: ”Chi entra Papa esce Cardinale“. In passato personalità di primo piano della politica sono state sacrificate dal voto segreto.

Avverrà anche questa volta?

Il momento che stiamo vivendo a causa della pandemia è difficile, anche se in misura diversa, non solo per noi, perché si sono aggravati molti problemi e dei nuovi sono sorti. Prima della fine della pandemia vi è da affrontare il problema della ripresa economica e sociale non solo guardando all’oggi ma anche con l’obiettivo di assicurare un futuro migliore alle giovani generazioni.

Anche se l’Italia non è una repubblica presidenziale l’elezione alla più alta carica della repubblica può costituire l’occasione per creare il collante necessario per il rilancio dell’economia del paese con una programmazione che coinvolga, pur nella distinzione dei ruoli, tutte le forze politiche, economiche e sociali. L’eventuale elezione al primo scrutinio verrebbe accolta dall’opinione pubblica internazionale non solo come un inizio ben augurale al settennato presidenziale ma anche come prova della determinazione delle forze politiche di affrontare con sollecitudine i problemi della nazione.

Ora che nella Unione Europea è prevalsa con grande lungimiranza la politica della solidarietà appare più raggiungibile la  ripresa.

Auspichiamo che nella programmazione per la ripresa venga tenuto nella giusta considerazione il lavoro,la sua tutela,l’equa retribuzione, la sicurezza, e ciò non solo in ossequio alle norme programmatiche della Costituzione ma anche perché il reddito del lavoro produce ulteriore reddito, rafforza la democrazia e crea quel clima di serenità che incoraggia la costruzione di nuove famiglie.

Fra i molti problemi una maggiore attenzione meritano i giovani laureati costretti ad emigrare per lavorare, il problema dei NEET (not in education, employment or training), giovani che non studiano e non lavorano che è in aumento, e le norme del 3° e 4° comma dell’art.34 della Costituzione per evitare che studenti meritevoli lascino gli studi, come denunciato da un rappresentante sindacale, per iniziare a fare gli apprendisti per necessità familiare. 

E’ bene non dimenticare la massima di Mazzini: “Non è civile quel paese dove un sol uomo cerchi lavoro e non lo trovi.”

Ci auguriamo che la ripresa economica produca il secondo miracolo italiano.

Luigi Celebre

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