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BARCELLONA, IL “MANDANICI” MEGLIO DELL’ARISTON!

VEDOVA ALLEGRA DUE“LA VEDOVA ALLEGRA”, ANDATA IN SCENA SABATO 11 FEBBRAIO, TROVA TUTTI D’ACCORDO. APPLAUSI E CONSENSI PER I PROTAGONISTI.

Rinunciare alla serata finale del festival di Sanremo per l’operetta? Perchè no? In fin dei conti, uscire da teatro fischiettando “Tace il labbro” o “E’ scabroso le donne studiar” significa continuare a vivere le due ore di spettacolo al quale abbiamo assistito! E non credo che il pubblico dell’Ariston, stanotte, uscendo dopo la proclamazione del vincitore, sia stato in grado di fischiettare anche una sola delle canzoni partecipanti!

Sì, senza dubbio a favore dell’operetta di Franz Lehar c’è una maggiore popolarità, dovuta a centodieci anni di rappresentazioni e di repliche (la prima volta in Italia è stato il 27 aprile del 1907, al Teatro Dal Verme di Milano…). Ma gli applausi calorosi tributati alla Compagnia Italiana di Operette, nella quale gli attuali componenti (Victor Carlo Vitale, comico, e Silvia Santoro, soprano) non fanno rimpiangere i vari Elvio Calderoni, Alvaro Alvisi, Paola Musiani, Carlo Campanini, Alfredo Rizzo, Armando Carini, Aurora Banfi …) sono stati unanimi e calorosi. Lo stesso non è avvenuto all’Ariston, anzi ad ogni edizione sono sempre pronte a levarsi contestazioni per esclusioni immeritate e dissensi sui nomi dei vincitori!

Al Mandanici abbiamo vinto tutti, ma soprattutto ha vinto ancora una volta quel magico mondo conosciuto nelle favole. Un mondo che ha diversi nomi o localizzazioni, e il Pontevedro, staterello immaginario, probabilmente verrebbe scelto oggi per esportare denaro! Ma non ci sarebbe un conte Danilo Danilovich a sposare la bella ereditiera per salvare dalla bancarotta il suo Paese, ma qualche banchiere assetato di liquidità!

E’ stato, in sintesi, l’ennesimo trionfo dell’operetta, termine certamente attribuito frettolosamente per relegare in secondo piano un lavoro che non godeva di interesse in un’epoca in cui ad essere rappresentate e pubblicizzate c’erano le grandi opere di stampo romantico o verista. L’aver portato sul palco del Mandanici la più rappresentata e più popolare delle operette, LA VEDOVA ALLEGRA, con un suo mondo in cui tutti sono nobili squattrinati; i mariti vedono solo le corna degli altri e non le loro; le donnine di facili costumi affollano i locali notturni ma anche le sale sontuose delle ambasciate, dove però fingono di essere oneste; i maggiordomi brillano in astuzia e dispensano consigli che alla lunga verranno ascoltati, è un merito per gli organizzatori ma soprattutto per la Compagnia. Il capolavoro di Franz Lehar ha superato i confini del tempo e dello spazio, e continua a richiamare un pubblico maturo, affascinato dalle musiche e dalla trama intrigante, ma anche dalla leggerezza con cui viene rappresentata, fra scenografie liberty, costumi eleganti e battute divertenti ed irriverenti che lo spettatore gradisce.

Che dire dei protagonisti? Non della vedova Anna Glavari e del conte Danilo Danilovich, forse quelli che l’amante dell’operetta sa che coroneranno il loro sogno d’amore interrotto troppo presto! Di tutti gli altri! Eccezionali, stupendi, superbi… Ecco, gli aggettivi o i superlativi si sprecano, ma è la verità! Victor Carlo Vitale, il comico che da anni è il deus ex machina e il motore della Compagnia, interpreta brillantemente e con maestria il maggiordomo Njegus, figura predominante, che fu anche del grande Sandro Massimini; sullo stesso piano Silvia Santoro, soprano, bella e ricca ereditiera che finge di resistere alle proposte avanzate dal Conte, un eccellente Massimiliano Costantino, tenore di Catania. Non sono da meno quei personaggi che ormai abbiamo imparato a conoscere ed amare (la bella Valencienne, moglie dell’ambasciatore Mirko Zeta; Camillo de Rossillon, Kromov, le varie Lolò, Dodò, Joujou, Cloclò, Margot, Froufrou, ossia le “donne, donne eterni dei…”. A loro  danno voce e volto attori, ballerini, soubrette, tenori e soprani che si chiamano Claudio Pinto, Irene Geninatti, Simone Pavesio, Mattia Rosellini, Nicola Vivaldi, Monica Emmi, Giulia Pennati, Giada Lucarini, Silvia Di Pierro, Riccardò Ciabò, Riccardo Sarti, Giulia Mattarucco, Raffaella Siani, Sara Marchetti). E nel nostro applauso accomuniamo anche l’orchestra che ha scandito i passaggi musicali del lavoro! Diretti splendidamente dal Maestro Maria Sicari, i docenti del Conservatorio di Caltanissetta, dimostrando alta professionalità e doti non comuni, hanno conferito un’insolita atmosfera alla rappresentazione teatrale. E se si considera che gli stessi componenti hanno provato una sola volta (dicasi UNA VOLTA!!) alle ore 17.30, non si può che riconoscere il talento e la bravura di un gruppo che onora la Sicilia e ne tiene alto il nome!

In questo magico ed irreale mondo la belle époque risorge e continua a far sognare…

E con LA VEDOVA ALLEGRA si ritorna a sognare, in maniera spensierata; promuovendo la stessa operetta ed elevandola ad un genere di teatro classico. Respingendo ancora una volta al mittente le opinioni dei detrattori che ormai da secoli la considerano solo un fatto di costume e musica transitoria. Magari pensando di assistere ad una edizione del Festival che ieri sera i cultori della buona musica e dell’arte hanno volentieri disertato, tributando la vittoria del Teatro Mandanici di Barcellona sull’Ariston di Sanremo!

Stasera al Teatro di Pace del Mela la Compagnia Italiana di Operette è in scena con AL CAVALLINO BIANCO. Inizio alle ore 21.

 

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