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MILAZZO, fra COVID e movida alla ricerca di un equilibrio…

Milazzo, ma non solo: tanto per chiarire e non sembrare di parte! Quel che si verifica a Milazzo infatti si verifica in ogni città d’Italia, grande o piccola, dove ci sono giovani. Che non è giusto definire DELINQUENTI! 

Purtroppo in determinate condizioni Covid e rischio zona rossa imperversano tra movide spesso irresponsabile, assembramenti, feste improvvisate a cielo aperto, viabilità in tilt. Trasgressioni incontrollate praticamente come da “tradizione”, diventate quotidianità nell’ultimo periodo, nel nostro caso in tutto il centro di Milazzo, e finite ora sui canali social, ora negli interventi congiunti di Polizia municipale, Carabinieri e Guardia di Finanza, gli ultimi di ieri sera con un presidio di sicurezza in centro.

Dalla maxi folla di piazza Caio Duilio alla fontana dei Cavalli a via Pescheria, con una grande “ressa”, per proseguire alla confusione del Paladiana, passando per via Cumbo Borgia e la Sena, includere nel movimento la via Medici e il lungomare Garibaldi. E non stiamo parlando delle feste private negli appartamenti, delle attese davanti ai locali per consumare alcolici.

Nelle ultime settimane sembrano saltati i freni e le paure del contagio. In questo tira e molla gestito dal servizio sanitario più che dalla politica (in Italia si guardava a Draghi come risolutore dei problemi più gravi causati dalla pandemia…), la politica sembra avere gettato la spugna e si fa forte, maggioranza ed opposizione adesso tutti nella grande ammucchiata delle poltrone, di un potere garantito dalla mancanza di una vera opposizione, di decisioni che devono essere osservate!

Ripetendo la solita solfa dei tamponi, dei contagiati e delle terapie intensive, confortati dai vaccini che tardano ad arrivare, ormai è una successione di chiusure programmate a danno delle attività che soffrono, zone colorate che trovano varie sfumature come indicatori della maggiore o minore contagiosità. Purtroppo in tutta Italia i fatti e le scene parlano da soli: dopo un anno i ragazzi, che hanno perso un anno della loro libertà (ma occorre ricordare che ci sono anche persone che hanno perso la loro vita…) non ce la fanno più e cercano “emozioni” alternative, il più delle volte gomito a gomito, violando in maniera non certo grave le regole e mettendo a repentaglio (secondo chi soffia sul fuoco della pandemia) la loro e la altrui incolumità. “Ma come – dicono – abbiamo la mascherina, e dobbiamo stare distanti”? Già, che senso ha: se sto distante, non occorre la mascherina; se ho la mascherina, non posso stare vicino. Se ho fatto il vaccino, devo tenere la guardia alta. E per dare man forte arrivano le varianti: inglese, sudafricana, brasiliana… e chissà quante altre per far continuare all’infinito questo disagio che mostra evidenti segni di insofferenza.

Ed allora, ecco che protagonisti in negativo sono gli adolescenti teenager o ragazzi poco più che ventenni ed i trentenni: fingiamo che siano solo di Milazzo e dintorni, per non generalizzare; ma sappiamo benissimo che è una situazione comune a tutte le città del bel Paese e non solo. Giovani in cerca di valvole di sfogo per poter sopperire alla lunga chiusura di scuole, cinema, locali, pub, discoteche, stadi e piazze della movida, ovvero al coprifuoco perenne nonostante le fasce con colori attenuati, ed alle restrizioni imposte dal Dpcm per contenere la diffusione del Covid.

Restando sempre a Milazzo, il centro storico sembra aver ritrovato il suo appeal, e viene scelto per lo shopping tra i negozi e gli esercizi commerciali che ritrovano così un po’ di ossigeno, anche se la guardia deve essere tenuta sempre alta e le forze dell’ordine devono continuare a verificare che le norme vengano rispettate. Una ripresa “positiva” nonostante il periodo difficile e gli orari ridotti, che vede in primo piano gestori e titolari di tutte le attività, che temono, proprio per l’esasperazione di determinati comportamenti, ripercussioni negative e penalizzanti! Il terrore che si è insidiato come una serpe nei vari strati della società, che tiene in apprensione i cittadini che evitano addirittura di incontrarsi con persone in transito sullo stesso marciapiede, al punto da scendere ed attraversare come se di fronte ci fosse un appestato, preoccupa ed inquieta! I bambini da anni non riescono più a cogliere l’espressione serena di un sorriso tra chi vedono di fronte. Le persone non si riconoscono più e spesso e volentieri fanno a meno anche del saluto, di quel “Ciao” confidenziale che prima era accompagnato da un largo sorriso e da una pausa per parlare del più e del meno! La PAUSA si è trasformata, per la sostituzione della S con la R, in PAURA! E a nulla serve rassicurare: nulla tornerà come prima, a poco sono serviti i cori dai balconi e le stornellate dei primi tempi.

La questione della sicurezza sanitaria resta primaria, ma quella sociale non può e non deve passare inosservata nella convinta ricerca di un equilibrio. E passa per scelte politiche forti ed incisive, che facciano piazza pulita delle troppe debolezze e ambiguità del passato e si traducano in decisioni importanti che testimonino quanto sia giunto, davvero, il momento di cambiare rotta insieme ad un coordinamento con le forze di polizia.

Il virus, nel frattempo, sembra avere insegnato che lo si è preso troppo sul serio, ma lo si è anche sottovalutato. Se i decessi, i contagi, le continue chiusure suggeriscono di non abbassare la guardia, dal festival di Sanremo vengono a ricordarci che la situazione è critica i vincitori, i MANESKIN, con la canzone ZITTI E BUONI. Sembra l’appello al popolo italiano, festivaliero o meno, fatto dal capo del Governo e dagli alleati della coalizione, per imbonire gli elettori e i sostenitori, che il percorso è ancora lungo… e non sappiamo quanto! Milazzo, ieri sera al centro di notizie e polemiche, vuole tornare a vivere, come tutte le città nelle quali i giovani, da sempre i veri interpreti del malessere che ormai ci opprime come una cappa, cercano libertà.

Questa non deve essere vietata per la paura, fin troppo sbandierata, del contagio, in base a dati forniti ed elaborati senza che nessuno possa sapere come sono stati rilevati e diffusi (purtroppo se le fonti ufficiali non lo dicono, non è pensabile che tutto ciò che dichiara l’opposto sia una bufala.., e sempre più addetti ai lavori alzano forte la voce contro una situazione che sta agitando fantasmi di una recessione senza fine, agitata da chi ha al sicuro il proprio stipendio). Milazzo ieri è stata messa sul banco degli imputati; come i ragazzi dei navigli, quelli di Napoli, gli altri di Bologna, quelli di Roma, di Reggio Calabriua, di Bari, di Firenze, di Genova…

Onestamente non sapevamo di avere tanti delinquenti a Milazzo e in Italia…. Non sarebbe meglio volgere lo sguardo altrove e cercarli altrove i veri delinquenti…? 

 
 
 
 
 
 
 
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