Terminal Milazzo Notizie, fatti e personaggi in arrivo e partenza.
Negli ultimi anni abbiamo visto tanti marchi acquistati da fondi speculativi stranieri, nello sport accade la medesima cosa.
Ieri sera, mentre milioni di tifosi trattenevano il fiato, dall’altra parte dell’oceano qualcuno calcolava già i ricavi. Per loro, la finale di Coppa non era il culmine di una stagione di sogni e passione, ma semplicemente una riga di Excel particolarmente redditizia.
L’Inter in finale di Champions? Per i tifosi è storia, gioia e notti insonni. Ed è giusto che sia così ma per il fondo americano Oaktree che controlla le quote è solo un +20 milioni di euro sui conti.
Delle vittorie sportive questi soggetti se ne fregano altamente, arrivare in finale significa incassare milioni, tanti milioni e questo basta.
Un tempo c’erano i presidenti-tifosi, quelli che perdevano il sonno per una sconfitta, che investivano il cuore prima del portafoglio, che sapevano tutti i nomi dei giocatori della Primavera. Sono stati sostituiti da manager in giacca e cravatta che non sanno nemmeno se la palla è rotonda o quadrata.
Ma anche se dall’altra parte c’è chi conta solo quanti zeri mettere in banca, quei novanta minuti di campo rimangono uno spettacolo, fonte di emozioni per milioni di persone a cui queste logiche speculative e finanziarie non interessano.
La bellezza dello sport e le storie che racconta, tra cui quella dell’allenatore che dedica la vittoria alla figlia scomparsa a soli 9 anni, riesce ancora, nonostante tutto, a sovrastare il marcio.
È accaduto a Napoli due settimane fa, ieri è toccato a Parigi.
W.I.
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