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Tuteliamo noi stessi, i nostri cari, gli operatori ecologici. Come smaltire guanti e mascherine?

E’ PROPRIO VERO CHE ALLA FINE DI QUESTA EPIDEMIA CAMBIEREMO TUTTI, ma in peggio, se queste sono le premesse!

E lo vediamo da come stanno cambiando anche i nostri comportamenti, specie nello smaltimento rifiuti. Se da una parte le strade sembrano più pulite (gli scontrini non vengono più buttati per terra dopo aver fatto la spesa, poichè si deve fornire la dimostrazione che ogni uscita deve essere motivata… ed è notevolmente diminuito il numero di volantini pubblicitari inseriti in quantità esagerata nelle cassette all’esterno dei condomini), dobbiamo fare i conti con nuovi rifiuti: guanti, fazzolettini e mascherine!

Fortunatamente gli operatori ecologici hanno continuato a garantire regolarmente un’attività essenziale per tenere pulite la città, ma fare i conti con questo nuovo genere di rifiuti, smaltiti in maniera indiscriminata lungo le strade o, spesso, davanti ai supermercati, non è segno di civiltà, e per loro, in prima linea, è un concreto rischio di contagio. 

Se questa nuova “abitudine” prende piede, saranno guai seri: guanti e mascherine gettate per strada sono dei veicoli di infezione. Non perchè ci sarà un altro che, essendone sprovvisto, potrebbe chinarsi a raccoglierli e utilizzarli (gesti automatici che abbiamo visto fare ai bambini, in occasione del carnevale, con i coriandoli a terra; e purtroppo senza alcun richiamo da parte dei genitori…); ma per il rischio di contagio che il virus, potenzialmente annidato in quei prodotti di limitazione, potrebbe causare!

Come fare? O meglio, cosa consigliare?

Innanzitutto tornare a casa e disfarsene, utilizzando i contenitori per la raccolta differenziata; ma consigliando di lavarli accuratamente con detergenti prima di buttarli nel contenitore casalingo.

Suggerire ai negozianti di disporre, per i clienti, dei contenitori, non la riteniamo la cosa migliore! Intendiamoci: sarebbe il modo più sconsigliato quello di liberare dalle protezioni chi li sta utilizzando, e che si troverebbe improvvisamente vulnerabile, proseguendo in gesti un tempo abituali, e ora necessari di prevenzione. Aprire la portiera dell’auto, caricare la spesa nel bagagliaio, guidare, scendere dopo aver parcheggiato, aprire il portone, prendere l’ascensore, pigiare il pulsante del piano, riaprire la porta… gesti consueti, che meritano maggiormente la nostra attenzione se dobbiamo osservare scrupolosamente le misure di limitazione o di contenimento del contagio.

Un plauso agli operatori ecologici, che fino ad oggi hanno raccolto materiali pericolosi e potenzialmente infetti: la loro opera torna utile all’ambiente, che non viene certamente rispettato da chi, a parole, si erge a difensore ma fa poco o nulla per rispettare le poche regole che non hanno bisogno di essere scritte, ma devono essere dettate dalla nostra coscienza e dal nostro desiderio di agire in libertà!

Se poi agire in libertà significa mettere a rischio la salute del prossimo, e non parliamo di passeggiate che possono essere anche lecite, o di uscite per far fare i bisogni al proprio cane, allora dobbiamo rifare i nostri conti e vedere che qualcosa, evidentemente, non va! 

Purtroppo questo mentre nei giorni scorsi sono cambiate le modalità sulla gestione dei rifiuti in presenza di persone in quarantena a causa della positività al virus: un provvedimento dell’Istituto Superiore di Sanità che fissa la normativa per i gestori del servizio, ma anche per quei cittadini che risultano contagiati.

Un comportamento più corretto dei cittadini, soprattutto nel rispetto delle direttive per lo smaltimento dei prodotti (guanti o mascherine) a difesa di chi si reca a fare la spesa o di chi compie la semplice passeggiata, servirà ad assicurare il personale addetto alla raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti.

Applicare le sanzioni già previste per l’errato smaltimento potrebbe scoraggiare chi non vuole rispettare le regole, che questa volta servono per la tutela della salute di tutti.

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