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MILAZZO COM’ERA: DON CICCIO PADALINO

… Degli anni della “classe di cartone” conserviamo tanti ricordi, molti dei quali vissuti al di fuori della scuola. Sono quelli che ci vengono restituiti sfogliando vecchi giornali o rivedendo le foto di tanti anni addietro, che magari pensavamo di avere archiviato per sempre, e ritroviamo le immagini di una Milazzo diversa. Una città più genuina, più sincera, probabilmente più umana. Con la mente ripercorriamo le strade, ci soffermiamo a mettere in luce certi particolari, cerchiamo di ricostruire una mappa, con case, attività artigianali, esercizi commerciali. Ci sforziamo di mettere in ordine i tasselli sbiaditi, magari invochiamo in aiuto qualcuno più grande di noi, al quale riaccendiamo come per magia i ricordi sopiti da tanto tempo…

Tutto è mutato in una città cresciuta in fretta…

Rimangono vecchi palazzi nel centro storico, dove pochi negozi di un tempo hanno cambiato insegne, gestori, persino ubicazione, o si sono tramandati da padre in figlio: l’edicola Filoramo, la Farmacia Alioto e quella di Grillo, oggi di Vece; il negozio di Capone, di Russo e quello di Fuduli (o Fudulì, con l’accento, alla francese, che giustificava il tipico soprannome – ‘u francisi – del vecchio titolare…)… e Padalino, che da emporio (così come lo aveva concepito il fondatore, nonno dell’attuale titolare) è diventato oggi un locale prestigioso e raffinato, nei marchi, nei prodotti, nella clientela…

Noi abbiamo conosciuto il signor Padalino, papà di Antonio e Maria Francesca, prima che l’attività passasse al figlio; e ricordiamo quel signore cordiale con il quale ci soffermavamo, il più delle volte quando lo trovavamo seduto sulla porta del negozio di via Domenico Piraino, proprio quello nel quale si trova adesso, anche se si è ingrandito rispetto ai suoi tempi, assorbendo i locali dell’attiguo negozio del signor Picciolo.

Accanto a lui un enorme pastore tedesco. Non era un cane vero, ma un colossale peluche di un’azienda che produceva animali in stoffa che non temeva alcuna concorrenza. Gli animali attiravano grandi e piccoli, ed il pastore tedesco, come un guardiano davanti alla porta, era la gioia dei piccoli, che superando la paura tipica dell’età, si avvicinavano, lo accarezzavano, e con lui intendevano giocare.

Francesco Padalino, per tutti Ciccio Padalino, era figlio di Antonio, originario di Campobasso e per questo chiamato “il campobassese”: proprio il padre aveva aperto nei primi del ‘900 un esercizio commerciale attiguo alla Chiesa del Carmine, specializzato nella vendita di coltelli, forbici e altro delle più rinomate marche dell’epoca. Francesco, alla morte del padre, ne assunse la gestione, sotto forma di impresa familiare con le sorelle: erano gli anni antecedenti alla Seconda Guerra Mondiale.

Negli anni successivi l’attività fu trasferita in via Domenico Piraino, dove si trova ancora oggi.

Alla seconda metà degli anni 50, coincidenti con la mia fanciullezza, risalgono i primi ricordi di una vetrina dietro la quale ci affollavamo, noi bambini, per leggere sui posacenere quadrati e di colore giallo le scritte, e memorizzarle. Erano modi di dire, vecchi proverbi, che suscitavano la nostra curiosità: uno su tutti, in quegli anni di perbenismo, avrebbe meritato di essere applicato, allora come ora, nella vita di ogni giorno, e che ancora oggi ricordiamo. Si trattava di un motto sicuramente tramandato di generazione in generazione, nella nostra terra da sempre attenta a non deludere gli insegnamenti degli antichi. Era scritto in dialetto siciliano, per l’appunto, ed il significato in italiano era molto chiaro: FATEVI GLI AFFARI VOSTRI…

Altri tempi, ma la massima è un insegnamento che merita, ogni tanto, di essere ripassato da persone curiose e votate al pettegolezzo, o, come amiamo dire noi, al cuttigghio!

Quando l’impresa familiare con le sorelle viene a cessare, Ciccio Padalino divenne unico titolare e gestì il negozio assieme alla moglie Ines Papandrea per oltre mezzo secolo.

L’attività diventò un piccolo bazar, una novità per la Milazzo di quegli anni, dov’erano posti in vendita articoli di ogni genere, e fu coniato uno slogan in seguito copiato da altre aziende. “EMPORIO FRANCESCO PADALINO: UN NOME, UNA MARCA, UNA GARANZIA”. Solo che in mancanza di un brevetto o di una tutela, a favore del creatore, furono e continuano ad essere sempre di più quelli che, escludendo il nome originario della ditta che per prima lo adottò, mettono il loro… Ma non tutti riescono a raggiungere l’elevato livello di qualità o a fornire articoli delle migliori marche.

Francesco Padalino era un grande amante del suo paese, e diffondeva i souvenir che lui stesso etichettava non solo in Italia ma anche all’estero. Quando nella conduzione dell’azienda c’erano anche le sorelle, era il cognato Vincenzo Caruso, persona dotata di un’intelligenza straordinaria e in grado di riparare grandi e piccoli elettrodomestici, frigoriferi, lavatrici, televisori (lo scioglimento della società lo vedrà al capo di una nuova azienda leader nella vendita degli elettrodomestici), che si recava nelle isole Eolie, ancora lontane dallo sviluppo turistico odierno, dove ancora non era esploso lo sviluppo turistico, per rifornire personalmente la clientela, spesso in occasione dei festeggiamenti in onore del Patrono, S. Bartolo.

Poi, con l’avvento della raffineria Mediterranea, trovò clienti sempre più attenti ed interessati che preferivano acquistarli, spesso in grande quantità, i souvenir dell’Emporio Padalino per avere una testimonianza del loro transito, anche di poche ore, a Milazzo: si trattava di cittadini di ogni nazionalità, che scendendo dalle petroliere erano attratti da quel colorito ma qualificato negozio di via Piraino. Ed era sempre il Caruso che si spostava con il suo 1100, munito di altoparlante, per raggiungere i paesini del circondario e quelli montani e portare a domicilio la merce di quell’emporio che continuava a crescere e diventare una realtà commerciale abbastanza nota anche fuori Milazzo.

Francesco Padalino si spense nel 1997, il 3 aprile. Aveva 89 anni, ma fino all’ultimo non lasciava quella sedia davanti alla porta del negozio, accanto a quel pastore tedesco di peluche che le carezze dei bambini di ogni età avevano consumato!

Alla sua scomparsa, l’attività passò al figlio Antonio, che oggi continua a mantenere alto il nome dell’azienda puntando su prodotti di qualità grazie e non teme la concorrenza. Chi sa riconoscere la qualità e i prodotti esclusivi, deve anche sapere la lunga storia di un’azienda giunta alla terza generazione e che con il vecchio Francesco “DON CICCIO” Padalino diede una svolta importante ad una città che si avviava sulla strada della crescita economica.

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